Scoperto il neurone che controlla le buone e cattive abitudini

Gli scienziati di Duke University hanno identificato un neurone che funge da “padrone di controllo” delle abitudini. I risultati, pubblicati sulla rivista eLife, potrebbero un giorno cambiare i modi in cui sono trattati la dipendenza e il comportamento compulsivo.
Il “padrone di controllo” dell’abitudine sembra essere una non comune cellula chiamata interneurone velocizzante (FSI), mostra una maggiore attività durante la formazione dell’abitudine e, cosa interessante, in grado di controllare i comportamenti dell’abitudine quando sono utilizzati determinati farmaci.
FSI, appartengono a una classe di neuroni che veicolano i messaggi tra neuroni, si trovano in una regione profonda del cervello chiamato striato, costituiscono solo l’1 per cento delle cellule, ma hanno lunghi filimenti ramificati che permettono loro di connettersi con il 95 per cento degli altri neuroni associati al comportamento dell’abitudine.
Nicole Calakos, professore associato di neurologia e neurobiologia presso il Medical Center di Duke University, ha detto:
«Questa cellula relativamente rara è molto legata ai neuroni principali che trasmettono il messaggio in uscita per questa regione del cervello. Abbiamo scoperto che è un controllore principale del comportamento abitudinario, a quanto pare sembra farlo ricercando il messaggio inviato dai neuroni in uscita. E’ noto che la formazione dell’abitudine può effettivamente riclablare il cervello, ma non era chiaro quali neuroni causano e controllano questo processo. Il team ha condotto il nuovo studio per scoprirlo».
I ricercatori di Duke University nel 2016 hanno pubblicato le loro prime intuizioni sull’abitudine e suoi effetti sul cervello, hanno scoperto che la formazione dell’abitudine nei topi (addestrati ad azionare una leva per essere premiati con dolci), ha portato a duraturi cambiamenti nello striato, composto di due insiemi di percorsi neurali: un percorso “go” che innesca l’azione, e un percorso “stop” che lo inibisce (vedi immagine molto ingrandita dello striato di un cervello del topo, rivela i neuroni coinvolti nei circuiti del cervello che governano le abitudini. Contrariamente a un semaforo, i neuroni nel percorso “Go” dello striato sono di colore rosso, i neuroni di arresto appaiono verdi).
I risultati hanno mostrato che la formazione dell’abitudine ha reso entrambi i percorsi più forti, innescando il “go” prima dello “stop”. I ricercatori, tuttavia non erano abbastanza sicuri che effettivamente i neuroni fossero in azione nello striato. Guidati da Justin O’Hare, hanno osservato per la prima volta che i FSI diventano più eccitabili quando si forma un’abitudine. Nella studio dopo aver somministrato ai topi un farmaco per sopprimere l’attività delle cellule FSI, hanno scoperto che i percorsi di “go” e “stop” ritornano ai loro modelli di attività cerebrali “pre-abitudini”, e che il comportamento guidato dalle abitudini scompare.
Nicole Calakos in conclusione ha detto:
«Nell’uomo alcuni comportamenti dannosi come la compulsione e la dipendenza potrebbero causare la degradazione dei meccanismi di apprendimento delle abitudini. Comprendere i meccanismi neurologici alla base delle nostre abitudini può ispirare nuovi metodi per trattare queste patologie. Sono fermamente convinto che per sviluppare nuove terapie per aiutare le persone, dobbiamo capire come funziona normalmente il cervello e poi confrontarlo con ciò che appare in un cervello con problemi».

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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