Batteri resistenti agli antibiotici si diffondono da cani e gatti agli esseri umani

La resistenza agli antibiotici è una crescente minaccia per la salute globale. I batteri quando diventano resistenti ai farmaci progettati per ucciderli, anche le infezioni comuni possono diventare mortali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità riporta che le infezioni resistenti ai farmaci mietono già oltre 1,2 milioni di vittime ogni anno in tutto il mondo, se non verrà intrapresa alcuna azione, tale cifra potrebbe salire alle stelle fino a 10 milioni di morti all’anno entro il 2050.
I ricercatori nello studio condotto in famiglie del Portogallo e del Regno Unito hanno analizzato cani e gatti con infezioni della pelle e del tratto urinario, nonché i loro proprietari umani sani. Si sono concentrati in particolare sulla resistenza a due classi di antibiotici fondamentali: le cefalosporine di terza generazione e i carbapenemi. Le cefalosporine sono utilizzate per trattare infezioni gravi come polmonite, meningite e sepsi. I carbapenemi sono spesso l’ultima linea di difesa quando gli altri antibiotici si rivelano inefficaci. La perdita di questi farmaci a causa della resistenza agli antibiotici sarebbe devastante per la salute pubblica.
I risultati sono stati preoccupanti: in Portogallo, oltre la metà degli animali domestici e un terzo dei proprietari erano portatori di batteri resistenti alle cefalosporine, ancora più preoccupante, un cane ospitava un ceppo resistente ai carbapenemi; nel Regno Unito, oltre un terzo dei cani e un ottavo dei proprietari presentavano batteri resistenti alle cefalosporine e un cane era portatore di un ceppo resistente a più classi di farmaci, compresi i carbapenemi.
La prova decisiva è arrivata dall’analisi genetica, in diverse famiglie, i batteri resistenti nell’animale domestico e nel proprietario si sono rivelati essere dello stesso ceppo, una significativa conferma della trasmissione tra i due. La tempistica dei test positivi in alcuni casi ha suggerito che la direzione della trasmissione fosse dall’animale domestico all’uomo.
I risultati di questo studio saranno presentati al Congresso globale della Società europea di microbiologia clinica e malattie infettive che si terrà  quest’anno dal 27 al 30 aprile a Barcellona, in Spagna.
Juliana Menezes ricercatrice principale del Laboratorio di resistenza agli antibiotici dell’Università di Lisbona presso il Centro di ricerca interdisciplinare sulla salute animale ha affermato:
«I nostri risultati sottolineano l’importanza di includere le famiglie di proprietari di animali domestici nei programmi nazionali che monitorano i livelli di resistenza agli antibiotici».
Gli scienziati studiano da decenni i virus che passano dagli animali alle persone. Si ritiene che la pandemia mortale Covid-19, che ha causato restrizioni in tutto il mondo, abbia avuto origine da un mercato di Wuhan, in Cina, alla fine del 2019, secondo uno studio del 2022 pubblicato sulla rivista Science, i ricercatori ritengono che il virus che ha ucciso milioni di persone in tutto il mondo sia passato da un animale selvatico in gabbia agli esseri umani presso il mercato all’ingrosso dei frutti di mare di Huanan.
I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie negli Stati Uniti hanno riportato che recentemente, una persona in Texas ha contratto l’influenza aviaria, diventando così il secondo caso umano di influenza aviaria H5N1 segnalato negli Stati Uniti. Negli ultimi due decenni, più di 460 persone sono morte in tutto il mondo a causa dell’influenza aviaria.
Juliana Menezes ha affermato:
«Recenti ricerche indicano che la trasmissione di batteri resistenti agli antimicrobici (AMR) tra uomini e animali, compresi gli animali domestici, è fondamentale per mantenere i livelli di resistenza, mettendo in discussione la tradizionale convinzione che gli uomini siano i principali portatori di batteri AMR nella comunità. Comprendere e affrontare la trasmissione dei batteri AMR dagli animali domestici all’uomo, è essenziale per combattere efficacemente la resistenza agli antimicrobici sia nella popolazione umana sia in quella animale».
I batteri resistenti agli antibiotici in che modo possono diffondersi da Fido o Fluffy agli esseri umani? Il contatto ravvicinato è fondamentale. Accarezzare, toccare, baciare e maneggiare i rifiuti degli animali domestici possono trasferire i batteri, per questo, praticare una buona igiene può contribuire a ridurre il rischio.
Juliana Menezes ha affermato:
«Quando il vostro animale non sta bene, prendete in considerazione l’idea di isolarlo in una stanza per evitare la diffusione dei batteri in tutta la casa e pulite accuratamente le altre stanze».
È importante notare che in questo studio nessuno dei proprietari ha sviluppato infezioni e tutti gli animali domestici sono stati trattati con successo, ma la presenza di batteri resistenti, anche senza causare malattie immediate, contribuisce comunque al problema generale della resistenza agli antibiotici.
I ricercatori hanno evidenziato la necessità di includere le famiglie di proprietari di animali domestici nel monitoraggio nazionale della resistenza agli antibiotici.
Juliana Menezes in conclusione ha affermato:
«Imparare di più sulla resistenza negli animali domestici aiuterebbe a sviluppare interventi informati e mirati per salvaguardare la salute degli animali e dell’uomo».
I nostri animali domestici sono membri cari della famiglia. Proteggere la loro salute aiuta a proteggere anche la nostra, con una combinazione di buona ricerca, politiche intelligenti e pratiche responsabili di possesso di animali domestici, possiamo garantire che il legame speciale tra esseri umani e animali rimanga una fonte di compagnia e conforto, e non un condotto per pericolosi superbatteri. La lotta contro la resistenza agli antibiotici richiederà sforzi su tutti i fronti, compreso quello dei nostri amici pelosi.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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