Perché in Italia è così difficile formare un governo?

L‘Italia a due mesi dalle elezioni non è ancora riuscita a formare un nuovo governo. Il 24 aprile, il presidente Giorgio Napolitano (scelto dai membri del parlamento), ha chiesto a Enrico Letta, membro del Partito Democratico di centro-sinistra, di mettere insieme una coalizione di governo (anche se riuscirà nell’intento, per la famigerata instabilità della politica del Bel Paese, agli italiani sarà probabilmente chiesto di votare nuovamente).
Tornare al voto non è certo l’ideale per l’Italia che è il terzo più grande emittente di debito sovrano (dopo l’America e il Giappone) ed è coinvolta in una crisi economica a lenta combustione.

Perché è così difficile formare un governo in Italia?
Il problema non è nuovo è nato nel 1946 quando l’Italia si è ricostituita come una Repubblica un anno dopo la caduta di Benito Mussolini. In 67 anni ha avuto 61 governi (o 62, se si conta quello di Letta), in media  una serie di governi che sono durati poco più di un anno.
L’Italia nel 1946 dopo il referendum era un paese diviso tra chi aveva votato per mantenere la monarchia e chi aveva vinto con il voto per la repubblica.
La nuova Costituzione tra i suoi fondamenti doveva tenere adeguatamente conto delle numerose varianti regionali italiane e impedire l’ascesa di un nuovo Mussolini. In effetti queste indicazioni hanno permesso all’Italia di ottenere ciò che voleva, un sistema costituzionale con un esecutivo debole: il primo ministro per governare ha bisogno di una maggioranza alla Camera e al Senato. In un sistema composto con tanti partiti è difficile formare il governo, tenerlo insieme dipende dalla cooperazione dei diversi gruppi, spesso con interessi divergenti. In questa situazione delicata, basta un niente  per far cadere il governo.
L’Italia è ancora un luogo diviso, dall’ascesa politica di Silvio Berlusconi nei primi anni 1990, i suoi sostenitori hanno accusato i loro avversari di essere comunisti pronti a conquistare il potere tramite leggi e azioni giudiziarie contro il loro leader. A loro volta i “comunisti” hanno accusato Berlusconi di essere corrotto, criminale e libidinoso. Nessuno dei due schieramenti è portato a trovare un intento comune.
A margine dei due gruppi, è sorto il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo, un comico che ha fatto bene nelle elezioni di febbraio, ma si rifiuta di entrare in coalizione con entrambi, giudicati come partiti vecchi e screditati.
Il risultato è lo stallo. Enrico Letta per dar vita al governo dovrà muoversi in una  impressionante fossa dei serpenti. Ciò che è accaduto nel passato suggerisce che se riuscirà a far nascere  il suo “avvelenato” governo, questo  non durerà molto a lungo.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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