L’Iran è in preda ad una rivoluzione sessuale senza precedenti. Potrebbe infine rovesciare il regime?

Quando qualcuno parla di Iran, cosa balza nella mente? L‘Ayatollah, il fanatismo religioso, le donne velate? Che cosa dire della rivoluzione sessuale? Proprio così, nel corso degli ultimi trent’anni mentre i principali mass media occidentali si sono preoccupati della politica radicale della Repubblica islamica, il paese ha subìto una fondamentale trasformazione sociale e culturale.
La rivoluzione sessuale dell’Iran anche se non necessariamente positiva o negativa, è certamente senza precedenti. Gli atteggiamenti sociali sono cambiati negli ultimi decenni, molti membri della diaspora iraniana sono scioccati quando visitano il paese. Teheran in questi giorni sembra meno conservatrice di Londra. L’Iran in tema di costumi sessuali si sta muovendo velocemente in direzione della Gran Bretagna e degli Stati Uniti.

Segnali tangibili della rivoluzione sessuale in Iran
Le informazioni sulle abitudini sessuali degli iraniani sono difficili da trovare ma i dati considerevoli possono essere ricavati dalle statistiche ufficiali elaborate dalla Repubblica islamica, per esempio:
– il calo dei tassi di natalità è il segnale di una più ampia accettazione di contraccettivi e altre forme di pianificazione familiare, così come il deterioramento del ruolo tradizionale della famiglia;
– il paese nel corso degli ultimi due decenni, ha vissuto il più veloce calo della fertilità mai registrato nella storia umana. Il tasso di crescita annuale della popolazione iraniana dal 3,9 per cento nel 1986 è precipitato all’1,2 per cento nel 2012, questo nonostante che più della metà della popolazione iraniana ha meno di trentacinque anni;
– negli ultimi tre decenni l’età media del matrimonio per gli uomini è salita da 20 a 28 anni, quella delle donne da 24 a 30 anni, cinque anni più tardi di dieci anni fa;
– circa il 40 per cento degli adulti in età di matrimonio sono attualmente single;
– il tasso di divorzio, nel frattempo è salito alle stelle, triplicando da 50.000 divorzi registrati nel 2000, a 150.000 nel 2010. In questo periodo, vi è un divorzio ogni sette matrimoni in tutta la nazione, ma nelle città più grandi il tasso diventa significativamente più alto. A Teheran, per esempio, il rapporto è di un divorzio per ogni 3,76 matrimoni – dato quasi paragonabile a quello della Gran Bretagna, dove il 42 per cento dei matrimoni finisce in divorzio. E non vi è alcuna indicazione di un rallentamento del trend, negli ultimi sei mesi il tasso di divorzi è aumentato, mentre il tasso di matrimonio è notevolmente diminuito.
Il cambiamento degli atteggiamenti verso il matrimonio e il divorzio sono coincisi con un drammatico atteggiamento nel modo in cui gli iraniani si approcciano alle relazioni e sesso, secondo uno studio del Ministero della Gioventù citato nel dicembre del 2008, la maggioranza degli intervistati di sesso maschile ha ammesso di aver avuto almeno una relazione con una persona del sesso opposto prima del matrimonio. Circa il 13 per cento di quei rapporti “illeciti”, inoltre, ha comportato gravidanze indesiderate e l’aborto – numeri che, pur modesti, sarebbero stati impensabili una generazione fa. Non c’è da stupirsi, quindi, del monito del Ministero del centro di ricerca della Gioventù: “I rapporti malsani e la degenerazione morale, sono le principali cause di divorzi tra le coppie di giovani iraniani”.

Il decollo dell’industria del sesso
L’industria del sesso sotterraneo negli ultimi due decenni è decollata. La prostituzione nei primi anni ’90, era presente nella maggior parte delle città, in particolare a Teheran, anche se i lavoratori del sesso erano in sostanza invisibili, costretti a operare in profondità nel sottosuolo. La prostituzione in molte città ora è emersa con un approccio più diretto, basta una strizzatina d’occhio, un cenno e via. Spesso, i lavoratori del sesso bighellonano su alcune strade in attesa di clienti casuali. Dieci anni fa, il giornale Entekhab, aveva indicato nella sola Teheran la presenza di 85.000 lavoratori del sesso.
Attualmente non ci sono ottimi dati statistici sul numero di prostitute nel paese, il responsabile della Social Welfare Organization iraniano, recentemente ha detto:
«Alcune statistiche hanno funzioni positive nella società, altre come nel caso della prostituzione hanno un impatto psicologico negativo. I dati disponibili suggeriscono che il 10, 12 per cento delle prostitute iraniane sono sposate. Ciò è particolarmente sorprendente considerando le severe punizioni islamiche inflitte per il sesso fuori dal matrimonio, in particolare per le donne. Più sorprendente ancora, non tutti i lavoratori di sesso in Iran sono donne. Un nuovo rapporto conferma che le donne benestanti di mezza età, così come le donne giovani e istruite, per le relazioni sessuali a breve termine utilizzano lavoratori di sesso maschile”. 

Chi sta guidando la rivoluzione sessuale in Iran?
Ci sono una serie di possibili spiegazioni riferite all’economia, l’urbanizzazione, i nuovi strumenti di comunicazione, l’emergere di una popolazione femminile molto istruita. Tutti questi fattori probabilmente sono in parte responsabili di modificare gli atteggiamenti verso il sesso. Allo stesso tempo, però, la maggior parte di questi fattori è in gioco in altri paesi della regione che non stanno vivendo transizioni analoghe (in effetti, un’ondata di conservatorismo sociale sta investendo gran parte del Medio Oriente, mentre l’Iran si muove nella direzione opposta).
La domanda quindi è: cosa c’è di diverso in Iran? Paradossalmente, è una nazione puritana, rigida, fuori dal mondo, impegnata alla lotta contro il “vizio” e la promozione della “virtù”. Il regime iraniano dalla rivoluzione islamica del 1979 dell’ayatollah Ruhollah Khomeini ha promosso l’idea della moralità collettiva, imponendo rigidi codici di condotta a tutti, cancellando il confine tra sfera pubblica e privata. Mantenere il carattere islamico del paese è stata una delle principali azioni del regime per imporre la propria legittimità, e, come tale, non c’è in sostanza nessun aspetto della vita privata che non sia regolato dalla sua interpretazione della legge islamica (in effetti, i chierici emettono regolarmente la fatwa anche sul sesso).
Eppure tutto questo non è bastato. L’Iran dopo trentaquattro anni non è riuscito a creare una società utopica, un fatto che evidenzia il fallimento morale e ideologico di un regime che è già alle prese con le crisi economiche e politiche.
In Iran il cambiamento delle abitudini sessuali dei giovani è diventato una forma di resistenza passiva al regime. Gli iraniani sfidando le restrizioni dello Stato, condividono la legittimità della propria libertà del sesso. Il regime nel frattempo tenta debolmente di contrastare i cambiamenti sismici in corso con ripetuti avvertimenti sul pericolo rappresentato da “relazioni illecite” per alienare ulteriormente soltanto chi desidera controllare.
Lentamente ma inesorabilmente, la rivoluzione sessuale dell’Iran sta esaurendo lo zelo ideologico di un regime che è sposato alla nozione farsesca di una società utopistica, basata su principi fragili e fondamentalisti.
A New York, Sex and the City può essere vuoto e banale, ma in Iran, le sue implicazioni sociali e politiche sono profonde.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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