Tendenze – A New York, l'estate è sui tetti, arte e spettacoli per chi resta in città

Fa tendenza l’idea lanciata 10 anni fa da un giovane aspirante regista, una "iniziativa condominiale" divenuta un festival di cinema indipendente.
Temperature soffocanti e città che si svuotano. Le metropoli assistono alla desertificazione delle strade e alla liberazione dei parcheggi. In tanti fanno le valigie e raggiungono le località balneari, ma altrettanti non possono abbandonare il posto di lavoro e restano in città. Un esercito silenzioso di lavoratori sudati che escono la mattina e si rifugiano in "uffici-oasi" refrigerati da potenti impianti d’aria condizionata. Ma che fare una volta tornati a casa, quando la notte incalza e il caldo non vuole cessare, se gli amici sono partiti e i locali sono tutti chiusi? A New York la soluzione arriva dall’alto: invadere i tetti dei condomini.
L’ultima moda estiva della Grande Mela è quella di creare happening artistici sui tetti degli edifici. L’idea è condividere una serata con gli abitanti dello stesso condominio e con quelli degli edifici vicini e creare una rete di socializzazione che permetta di incontrarsi e condividere il fresco e il panorama. Ma non finisce qui.
L’invasione dei tetti ha anche un altro scopo: la fruizione artistica. Il vero evento non è l’incontro di 200 persone sul tetto, ma il fatto che si ritrovino lì per assistere a proiezioni, concerti dal vivo e spettacoli teatrali che non potrebbero mai vedere nei teatri. Le opere presentate sono tutte rigorosamente sperimentali e non commerciali. Insomma, per far emergere la cultura underground, la si porta in scena sui tetti.
Ecco, in un colpo, risolte alcune questioni della vita metropolitana estiva: solitudine, caldo e noia. A farsi venire la brillante idea è stato, nel lontano 1997, Mark Elijah Rosenberg, giovane aspirante regista di ritorno nella Grande Mela dopo il college. Proprio in una calda notte di luglio, Rosenberg imbraccia il suo vecchio proiettore 16 mm, un piccolo impianto sonoro e un grande lenzuolo bianco e invita tutte le persone che conosce a una proiezione sul tetto del suo condominio a Manhattan.
Si ritrovano in cento. Molti, aspiranti registi amici di Rosenberg, si portano dietro copie di film girati ma mai proiettati. Si va avanti per tutta la notte. La serata è un successo. L’idea di poter mostrare opere prime senza costi di distribuzione interessa i giovani registi e soddisfa il pubblico. Sta per nascere la Rooftop Films, un’associazione no-profit oggi a capo di un Festival estivo che si muove da tetto a tetto per mostrare ai newyorkesi film inediti, concerti e mostre.
In dieci anni la Rooftop Films è stata costretta a migrare in cerca di condomini che accogliessero le serate, soppportassero il rumore e condividessero il progetto. Dal 1998 al 2001, ad esempio, teatro è stato il quartiere di Williamsburg a Brooklyn, dove gli abitanti non solo partecipavano alle serate come pubblico, ma anche in qualità di artisti, musicisti e registi. Sono gli anni della consacrazione. Si passerà da una sola serata organizzata nel 1998 agli otto incontri nel 2000.
Dal 2001 la Rooftop è cresciuta, riunisce una vasta comunità di artisti che si esibiscono prima delle proiezioni, e di registi che mostrano i loro film, in un ambiente nel quale i filmmaker vengono protetti e aiutati, nella realizzazione delle loro opere, grazie anche alla condivisione delle apparecchiature tecniche e alla costituzione di un fondo comune.
Oggi Rooftop Films è un festival estivo di cinema indipendente, una casa di produzione collettiva ma soprattutto una comunità nella quale interagiscono registi e musicisti, pubblico ed artisti, vicini di casa e luoghi fino a prima abbandonati a se stessi.
Da qui a consacrarsi come trend, il passo è stato breve. A fronte di una richiesta sempre maggiore, il Festival è diventato un evento itinerante: dai tetti di Brooklyn a Tribeca, dall’East Side a Montreal, con una sede fissa presso la Old American Can Factory inaugurata nel 2004. La sfida è invadere spazi aperti sempre nuovi e da quest’anno alcune proiezioni sono state ospitate in parchi pubblici ed ex fabbriche.
L’esempio della Rooftop è stato seguito da altre organizzazioni e da singoli. Bastano uno stereo, le luci dell’albero di Natale e dei binocoli per ammirare la città dall’alto. Questo il necessario, come recitano i tanti decaloghi su internet, per il perfetto rooftop party.
Fonte: Benedetta Perilli per Repubblica

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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1 thought on “Tendenze – A New York, l'estate è sui tetti, arte e spettacoli per chi resta in città

  1. New York è sempre straordinaria in positivo o negativo!!!!

    Saluti sudati dal

    saccheggiatorcortese.splinder.com

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