L’urea potrebbe svolgere un ruolo fondamentale nei futuri sistemi biotecnologici

I ricercatori dell’Università di Birmingham e dell’Università di Aston hanno sviluppato un sistema che utilizza l’urea per avviare la produzione su larga scala di proteine come ormoni e anticorpi utilizzati dalle aziende biotecnologiche.
In genere, in questo processo, piccoli elementi di DNA vengono introdotti in batteri come E. coli per convincerli a produrre in eccesso determinate proteine, si tratta di una tecnologia ben conosciuta, sviluppata per la prima volta negli anni Settanta. La sovrapproduzione, tuttavia, è tipicamente attivata da molecole “induttrici”, che possono essere costose e spesso richiedono una manipolazione accurata, come la refrigerazione.
I ricercatori utilizzando l’urea hanno sviluppato un metodo più economico, più semplice e che utilizza materiali facilmente accessibili. Il team di ricercatori in un nuovo studio, pubblicato nella Rivista New Biotechnology, ha analizzato sia l’urea purificata sia quella contenuta nei comuni fertilizzanti da giardino.
Steve Busby della Scuola di Bioscienze dell’Università di Birmingham, coautore dello studio, ha dichiarato:
«Il nostro obiettivo è rendere questa tecnologia disponibile per le aziende biotecnologiche che desiderano esplorare come ottimizzare i propri processi e anche contenere i costi».
Il team di ricercatori ha anche dimostrato che era possibile mettere a punto le quantità di proteine innescate dalla molecola di urea, variando le concentrazioni utilizzate, questo è importante per evitare di danneggiare o esaurire i batteri ospiti. È stato possibile ottimizzare la produzione di quantità simili a quelle prodotte con promotori di media potenza, attualmente utilizzati come standard dall’industria biotecnologica.
Lo studio si basa su un lavoro precedente in cui il team di ricercatori ha dimostrato con successo che anche il nitrato, è uno ione inorganico, economico, stabile e abbondante, può essere usato come innesco. Il nitrato si trova comunemente in molti fertilizzanti commerciali e persino in alcuni fertilizzanti da giardino, ciò significa che è sempre facilmente disponibile, anche in aree in cui altri tipi di promotori chimici potrebbero essere inaccessibili.
Joanne Hothersall  della Scuola di Bioscienze, coautrice dello studio ha aggiunto:
«Sia l’urea sia i nitrati saranno più facilmente disponibili e utilizzabili in luoghi in cui l’infrastruttura limita l’accesso, ad esempio dove è difficile mantenere una catena di approvvigionamento del freddo. Ci auguriamo che questi nuovi metodi aprano nuove strade di ricerca per le industrie biotecnologiche».

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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