I Qled autoilluminanti sarà il componente determinante dei futuri televisori

I ricercatori di Samsung Electronics recentemente hanno descritto un nuovo metodo che estende la durata e l’efficienza dei diodi a emissione di luce a punti quantici (Qled) autoilluminanti. È una tecnologia che in futuro potrebbe diventare un componente determinante dei televisori e dei display di punta.
I punti quantici sono cristalli artificiali su nanoscala che possono trasportare elettroni e hanno varie proprietà, secondo la loro forma e materiale. I ricercatori hanno notato per la prima volta agli inizi degli anni ’80 che se avessero reso le particelle dei semiconduttori abbastanza piccole, sarebbero entrati in gioco gli effetti quantici nel mondo dei punti quantici.
Ciò che ora sappiamo dei punti quantici è che le loro proprietà ottiche possono essere regolate con precisione secondo le loro dimensioni, ad esempio, queste nanoparticelle possono essere fatte per emettere o assorbire specifiche lunghezze d’onda della luce – che è essenzialmente colore – controllandone le dimensioni: un punto quantico da 3 nanometri può convertire uno spettro di luce in verde mentre un punto quantico da 6 nanometri emette il colore rosso.
I punti quantici grazie alle loro interessanti proprietà fisiche, possono essere impiegati in una vasta gamma di applicazioni in settori quali l’elettronica, la fotonica, l’archiviazione delle informazioni, l’energia solare, la medicina, il rilevamento, per citarne solo alcuni.
Molte persone hanno sentito parlare di punti quantici a causa degli schermi TV. Samsung Electronics e LG hanno lanciato i primi televisori Qled nel 2015. Tuttavia, questi televisori non utilizzano i Qed come fonte di luce, un display a cristalli liquidi (LCD) funge da retroilluminazione, che è assorbita da una pellicola di punti quantici che emette luminanza. I Qled autoilluminanti potrebbero diventare una realtà.
I ricercatori della Samsung, guidati Eunjoo Jang e Yu-Ho Won, in un nuovo studio pubblicato nella rivista Nature hanno migliorato la struttura di un punto quantico fatto di fosfuro di indio. Lo studio descrive come la nuova struttura impedisca l’ossidazione del nucleo e all’energia di fuoriuscire avvolgendo il punto quantico in un compatto involucro.
I risultati mostrano che i diodi dei punti quantici hanno una durata di un milione di ore. Rispetto al precedente record è migliorata anche la loro efficienza del 21,4%; un altro importante risultato è stato l’uso del fosfuro di indio, che non è tossico e rispettoso dell’ambiente. La maggior parte della ricerca Qled ha utilizzato il cadmio, che ha le prestazioni più elevate come fonte di luce a causa della sua straordinaria malleabilità e integrità, il problema è che il cadmio è tossico.
I punti quantici sono fotoluminescenti ed elettroluminescenti, proprietà che saranno al centro della prossima generazione di display. Rispetto ai materiali a luminescenza organica utilizzati nei diodi a emissione di luce organica (Olde), i diodi a base di punti quantici hanno colori più puri, una durata più lunga, costi di produzione più bassi e un minor consumo energetico. Poiché i punti quantici possono essere depositati su qualsiasi struttura – si possono letteralmente spruzzare o dipingere su superfici – i Qled possono essere flessibili o stampati.
Samsung sembra molto deciso su questa tecnologia, ha promesso di investire 11 miliardi di dollari entro il 2025 per produrre display a punti quantici autentici e autoilluminanti. Il colosso tecnologico sudcoreano ha finora oltre 170 brevetti sulla struttura degli elementi nei Qled.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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