L’esposizione al fumo di sigaretta aumenta il rischio di cancro nei cani

I cani sono i migliori amici dell’uomo. Hai bisogno di localizzare rapidamente una bomba? C’è un cane per quello. Non riesci a vedere molto bene? C’è un cane per quello. Alla ricerca di un escursionista smarrito in montagna o dei sopravvissuti a un terremoto, alla diagnosi di malattie, al conforto dei bisognosi: ci sono cani per ogni esigenza.
Stanno persino aiutando gli esseri umani a rintracciare le cause del cancro. Il nuovo studio finanziato dal National Institutes of Health’s National Cancer Institute, dallo Scottish Terrier Club of America e da donazioni fatte alla Purdue University per la ricerca sul cancro della vescica canina, collega l’esposizione al fumo di sigaretta a un tasso esponenzialmente più elevato di cancro alla vescica nella razza canina Scottish Terrier. Valutando i singoli cani e studiando la loro storia medica, i ricercatori stanno iniziando a districare la questione di chi si ammala di cancro e perché, e di come individuare, trattare e prevenire al meglio il cancro.
Il team di ricercatori guidato da Deborah Knapp veterinaria della Purdue University, nello studio pubblicato nella rivista The Veterinary Journal, ha monitorato per un periodo di tre anni un gruppo di 120 Scottish Terrier (è un cane da guardia e da compagnia, fa parte delle cinque razze del gruppo Terrier che hanno origini scozzesi). Hanno scoperto che i cani esposti al fumo di sigaretta avevano sei volte più probabilità di sviluppare il cancro alla vescica rispetto a quelli che non lo erano.
Deborah Knapp illustre professoressa di oncologia comparata della Purdue University, professoressa di medicina veterinaria Dolores L. McCall, direttore del Centro di ricerca oncologica comparativa Evan e Sue Ann Werling della Purdue University e co-leader del programma presso il Purdue Institute for Cancer Research. Ha affermato:
«Il cancro è una combinazione di ciò con cui sei nato – la tua genetica – e ciò a cui sei esposto – il tuo ambiente –. Abbiamo studiato questi cani nel corso degli anni, poi siamo tornati indietro e ci siamo chiesti che cosa c’era di diverso tra quelli che hanno sviluppato il cancro e quelli che non lo hanno sviluppato, quali erano i fattori di rischio».
I cani Scottish Terrier, famosi per essere stati gli animali domestici presidenziali dei presidenti George W. Bush e Franklin D. Roosevelt; “Jock” in “Lilli e il vagabondo” della Disney e il simpatico gettone del gioco Monopoli, sono degni di nota anche per una ragione meno allegra: sviluppano cancro alla vescica con un tasso 20 volte superiore a quello di altre razze canine. E quando la razza Scottish Terrier e altri cani sviluppano il cancro alla vescica, spesso si tratta di una forma aggressiva simile al cancro alla vescica muscolo-invasivo negli esseri umani.
Il team di Deborah Knapp ha studiato 120 Scottish Terrier, valutandone la salute, l’ambiente, il cibo, l’attività, i luoghi e tutto ciò che potevano pensare che potesse influenzare il rischio di cancro. L’obiettivo era quello di capire cosa potrebbe prevenire un cancro straziante e spesso fatale in questa razza, ma anche di utilizzare tali informazioni per vedere cosa potrebbe influenzare il cancro in altri cani e persino negli esseri umani. I cani sono un’eccellente specie da studio perché vivono a fianco degli umani, condividendo cibo, letti, alloggio, atmosfera e quasi tutto il resto.
Deborah Knapp ha affermato:
«Sappiamo che la genetica degli Scottish Terrier gioca un ruolo enorme nel renderli vulnerabili al cancro, quel forte segnale genetico legato al cancro aiuta i ricercatori a isolare altri fattori che influenzano la probabilità che qualsiasi cane, o essere umano, si ammali di cancro, e a farlo con un numero minore di cani. Se dovessimo fare questo studio con razze di cani miste, ci vorrebbero centinaia e centinaia di cani per scoprire questo stesso rischio, che probabilmente esiste, ma è più difficile da discernere perché quei cani non sono già geneticamente predisposti a contrarre il cancro alla vescica”.
Il team di ricercatori con l’aiuto di Marcia Dawson veterinaria e allevatrice di Scottish Terrier, volevano studiare il cancro negli Scottish Terrier per aiutarli e per ciò che quella ricerca avrebbe potuto rivelare sui fattori di rischio canini e umani in generale.
Il cane (o un essere umano) quando è esposto al fumo di tabacco, il suo corpo assorbe le sostanze chimiche presenti nel fumo e le elimina attraverso l’urina. Ciò porta al cancro delle vie urinarie, ma offre anche un modo per valutare l’esposizione al fumo.
Il team di ricercatori ha analizzato l’urina dei cani alla ricerca di un metabolita della nicotina, la cotinina, la sua presenza indicava che il cane era stato esposto a quantità significative di fumo di tabacco.
Il cane ogni volta che nella stessa stanza è presente fumo di tabacco, inala il fumo. Tuttavia, alcuni cani presentavano cotinina nelle urine anche quando i loro proprietari non fumavano. Il cane in tal caso potrebbe essere stato esposto lontano da casa. Oppure può darsi che i loro proprietari abbiano visitato luoghi dove altri fumavano e siano tornati a casa con il fumo sui vestiti.
Deborah Knapp ha aggiunto:
«Se qualcuno va a un concerto o a una festa fumosa, poi torna a casa e il suo cane gli salta in grembo per accoccolarsi con lui, il cane può essere esposto al particolato del fumo attraverso i vestiti della persona».
I risultati non sono tutti in bianco e nero, non tutti i cani che erano vicini ai fumatori si ammalarono di cancro, alcuni cani che non erano vicini al fumo si ammalarono comunque di cancro. Ciò è simile anche negli esseri umani. La metà dei tumori alla vescica umana è dovuta al fumo, ma non tutti i fumatori sviluppano il cancro alla vescica.
La scoperta del team di ricercatori della Purdue University offre l’opportunità di studiare come gli effetti combinati della genetica ereditata dai genitori e delle esposizioni ambientali portano al cancro.
Deborah Knapp ha sottolineato:
«È una nuova scoperta. I proprietari di cani, che quasi universalmente vogliono il meglio per il loro cane e desiderano che il loro cane viva fino a 100 anni, certamente non abbiano intenzionalmente messo i loro cani a rischio di cancro fumando intorno a loro. Tuttavia, con queste nuove informazioni, in futuro potrebbero essere in grado di proteggere meglio i loro animali domestici».
Un altro dato interessante è che i ricercatori non hanno scoperto un legame tra i prodotti chimici del prato e il cancro alla vescica, come invece era emerso da studi precedenti.
Deborah Knapp ha affermato:
«Probabilmente questo è dovuto al fatto che lavoriamo con proprietari di animali domestici che sono consapevoli del rischio dei prodotti chimici per il prato e quindi hanno preso precauzioni per tenere i cani al sicuro, ad esempio non trattando parti del prato dove il cane tende a stare o tenendo i cani lontani dal prato per più tempo. Ciò è incoraggiante! Le persone amano i loro animali domestici. Ci sono persone che prendono provvedimenti per mantenere i loro cani più sani».
È un risultato nuovo e incoraggiante, significa che ci sono altre cose che gli esseri umani possono fare per proteggere i cani. Possono ridurre la quantità di fumo attorno al cane smettendo di fumare o fumando fuori, lontano dal cane, e cambiando i vestiti.
Deborah Knapp in conclusione ha affermato:
«Questo nuovo e incoraggiante risultato significa che ci sono altre cose che gli esseri umani possono fare per proteggere i cani. Possono ridurre la quantità di fumo intorno al cane smettendo di fumare o fumando all’esterno lontano dal cane e cambiandosi i vestiti prima di rientrare in casa da un ambiente fumoso e coccolare il cane. Speriamo che i proprietari di animali domestici ne traggano un insegnamento, se possono ridurre l’esposizione dei loro cani al fumo, questo può aiutare la loro salute. Speriamo che smettano di fumare del tutto, sia per la loro salute sia per continuare ad avere a disposizione i loro cani, ma qualsiasi misura per tenere il fumo lontano dai cani sarà utile».

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About Pino Silvestri

Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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