Le città stanno letteralmente iniziando ad affondare sotto il loro stesso peso

Il nuovo studio evidenzia che le città sono diventate così grandi e affollate che stanno gradualmente collassando sotto il peso del loro stesso sviluppo. I ricercatori hanno esaminato in modo specifico San Francisco come un caso di studio, hanno scoperto che la città potrebbe essere già affondata di 8 centimetri, cosa che secondo loro probabilmente sta accadendo anche in altre città.
La scoperta è particolarmente preoccupante perché le città (soprattutto quelle costiere) sono già esposte all’innalzamento del livello del mare a causa dei cambiamenti climatici. Il livello del mare dal 1880 è già salito tra 21 e 24 centimetri e il tasso sta accelerando, aumentando il rischio di inondazioni, eventi meteorologici estremi ed erosione costiera.
Tom Parsons geofisico dell’agenzia USGS (United States Geological Survey), autore dello studio pubblicato su AGU Advances, ha scritto:
«Poiché le popolazioni globali si spostano in modo sproporzionato verso le coste, questo ulteriore cedimento in combinazione con il previsto aumento del livello del mare può esacerbare il rischio associato alle inondazioni».
È emerso che allo stesso tempo, praticamente in ogni parte del mondo si sta verificando una migrazione costante della popolazione terrestre dai centri rurali a quelli urbani. Le Nazioni Unite hanno evidenziato che attualmente, circa il 50% della popolazione terrestre vive in contesti urbani, si prevede che entro il 2050 tale numero crescerà fino al 70%.
L’urbanizzazione insieme alle persone ha causato una ridistribuzione della massa in aree concentrate. Le città in altre parole diventano costantemente più pesanti, e non è solo a causa delle persone che si trasferiscono. Praticamente da grandi distanze quasi tutto il necessario per sostenere la popolazione di una città deve essere importato, una rete globale di fornitori spedisce cibo, carburante, acqua, automobili, mezzi di trasporto pubblico, marciapiedi, tubi, cemento e acciaio. Ogni oggetto immaginabile che le persone vogliono o di cui hanno bisogno è portato e immagazzinato in aree relativamente piccole. I ricercatori come Tom Parsons si sono chiesti se tutto questo peso concentrato avrebbe avuto effetto.
Tom Parsons per la sua ricerca ha utilizzato la città di San Francisco come caso di studio per capire perché e quante città stanno affondando. La regione della Baia di San Francisco conta oltre 7,7 milioni di abitanti ed è il centro culturale, commerciale e finanziario della California settentrionale. Ha scoperto che la città è affondata di 80 millimetri, essendo questo il livello di cedimento della città (affondamento improvviso o graduale della superficie del suolo).
Tom Parsons tenendo conto di tutti gli edifici della città e del loro contenuto ha calcolato il peso dell’area della baia a 1,6 trilioni di chilogrammi o circa 8,7 milioni di Boeing 747. Ha scritto:
«Ciò basterebbe a piegare la litosfera, che è la parte rigida esterna della Terra costituita dalla crosta e dal mantello superiore, facendola affondare».
Lo studio non ha considerato il peso di elementi al di fuori degli edifici, come infrastrutture di trasporto, veicoli o persone. Ciò significa che la città sarebbero effettivamente affondate per più degli 80 millimetri stimati. È un chiaro segno – come evidenziato nella ricerca -, che probabilmente lo stesso tipo di affondamento si verificherà in altre parti del mondo, a seconda della geografia di ciascuna città.
Tom Parsons in conclusione ha scritto:
«I risultati specifici trovati per la San Francisco Bay Area probabilmente si applicheranno a qualsiasi grande centro urbano, anche se con diversa importanza. Gli effetti di carico antropogenico ai margini continentali tettonicamente attivi sono probabilmente maggiori degli interni continentali più stabili dove la litosfera tende ad essere più spessa e più rigida. Sebbene debbano essere prese in considerazione anche altre cause di affondamento, come lo spostamento delle placche tettoniche e il pompaggio delle acque sotterranee, questi risultati sono significativi. E potrebbero anche essere migliorati ulteriormente, utilizzando foto satellitari per analizzare meglio la superficie terrestre e prevedere dove potrebbero verificarsi probabili zone di inondazione».

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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