Negli anni ’90, ai medici fu detto di distribuire oppioidi. E’ stata una buona idea?

Nishat Siddiqi cardiologa presso l’Università di Aberdeen nel Regno Unito sugli oppioidi, ha evidenziato che il cinque per cento dei pazienti visitati dal dott. Jan Melichar, uno psichiatra specializzato nel trattamento dell’uso improprio di sostanze, ha una dipendenza dagli oppioidi da prescrizione. Ha pubblicato un articolo per Newstatesman, spiega com’è successo e cosa può essere fatto per impedire al Regno Unito di seguire l’esempio.

«In clinica, di solito prescrivo farmaci che agiscono sul sistema cardiovascolare, quando Jenny, una paziente che aveva risposto molto bene al trattamento per un attacco di cuore, mi chiese di prescriverle una ricetta per il tramadolo, un forte antidolorifico oppioide o analgesico, educatamente rifiutai, spiegando che stava già assumendo un oppioide più debole, la codeina, e che non ne sapevo abbastanza delle cause del suo dolore.
Ho parlato con la sua infermiera di riabilitazione cardiaca della comunità, mi ha spiegato che Jenny era in congedo per malattia dal lavoro a causa di un dolore da artrite e che era una badante per sua madre, che aveva una demenza avanzata. Jenny esasperata dagli eventi recenti ha avuto ansia e depressione.
Gli oppioidi sono stati usati per almeno quattro millenni. I Sumeri nel terzo millennio aC estrassero l’oppio dalle capsule del seme del papavero denominato “hul gil” (“pianta della gioia”). Gli oppioidi nella medicina contemporanea sono comunemente usati nel trattamento del dolore acuto, ad esempio dopo un intervento chirurgico; per i malati di cancro; e, più controverso negli ultimi due decenni, per il dolore cronico non correlato al cancro.
Prevalentemente mentre l’attenzione agli oppioidi è sui loro effetti analgesici, spesso sono usati per le loro proprietà ansiolitiche, è uno dei motivi per cui diamo morfina ai pazienti che hanno attacchi di cuore.
Alla scuola di medicina a metà degli anni ’90, ci è stato insegnato che i pazienti che soffrivano di dolori erano trattati male, se il dolore non era controllato con “semplici” analgesici non oppioidi come il paracetamolo, il passo successivo sarebbe stato quello di prescrivere un oppiaceo, consultando la “Scala del dolore” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), un indice graduato all’uso di analgesici secondo la severità del dolore.
La scala originariamente era usata per i malati di cancro ma era poi applicata a tutti i pazienti nel dolore. Agli studenti di medicina è stato erroneamente insegnato che i pazienti con dolore severo e cronico avevano meno probabilità di diventare dipendenti poiché il dolore avrebbe in qualche modo neutralizzato l’euforia degli oppioidi.
La prescrizione di oppioidi è raddoppiata negli ultimi dieci anni, con 23,8 milioni di prescrizioni effettuate in Inghilterra nel 2017. Gli oppioidi hanno molti effetti collaterali come dipendenza, costipazione, disturbi ormonali, malattie cardiovascolari e, in alcuni casi, un aumento del dolore.
Il dottor Jan Melichar è uno psichiatra specializzato nel trattamento dell’abuso di sostanze. Il cinque per cento dei pazienti che vede dipende dagli oppiacei da prescrizione, non pensa che l’entità del problema nel Regno Unito sia in linea con la deprimente epidemia di uso di oppiacei e morti negli Stati Uniti, che ha meno del 5 per cento della popolazione mondiale, ma è responsabile dell’80 per cento dell’uso di oppiacei.
Il National Health Service (NHS) in Inghilterra è il sistema sanitario nazionale finanziato con fondi pubblici, è uno dei quattro servizi sanitari nazionali per ciascun paese costituente del Regno Unito. E’ il più grande sistema sanitario unico al mondo.
Gran parte dei servizi è senza costi per i pazienti, è disponibile l’accesso ai team di gestione del dolore. E insolito per i pazienti andare a fare il cosiddetto “doctor shopping” consiste nel farsi visitare da più medici con l’intento di procurarsi ricette multiple per antidolorifici e altri farmaci (solitamente oppiacei), spesso questo comportamento è l’anticamera di un abuso di sostanze illecite.
Il sistema statunitense è finanziato dagli assicuratori, dal governo e dai pazienti. I medici negli ultimi due decenni sono stati incentivati a prescrivere oppiacei dalle case farmaceutiche e da un regolatore liberale; quando smettono di prescriverli, molti pazienti ricorrono a fornitori illegali.
Lo studio del 2018 nel Regno Unito ha rilevato che le zone più povere hanno i tassi più elevati di prescrizione di oppiacei. L’apprezzamento delle esigenze biologiche, psicologiche e sociali del paziente – il “modello bio-psico-sociale” della medicina – aiuta a spostare l’attenzione dalla prescrizione verso un approccio più olistico.
La British Pain Society (è una comunità multidisciplinare che riunisce un gruppo eterogeneo di clinici, infermieri, fisioterapisti, scienziati, pazienti e altri professionisti per migliorare la conoscenza del dolore e attuare nuove politiche pubbliche e pratiche cliniche per alleviare la sofferenza correlata al dolore), raccomanda il supporto di un team del dolore composto di un medico, uno psicologo, un infermiere e un fisioterapista per i pazienti con alte dosi di analgesici oppiacei.
Il supporto multidisciplinare come questo è una risorsa rara, molti medici prescrivono gli oppiacei poiché c’è poco altro che possono fare».

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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