L’espansione della soia in Brasile collegata all’aumento delle morti per leucemia infantile

Il Brasile negli ultimi decenni è diventato il principale produttore mondiale di soia, nonché il principale consumatore di pesticidi, in generale, nonostante le preoccupazioni sulle potenziali conseguenze sulla salute pubblica, si sa poco sugli effetti nella popolazione dell’esposizione ai pesticidi.
Il nuovo studio dell’Università dell’Illinois Urbana-Champaign in collaborazione con l’Università di Denver e l’Università del Wisconsin-Madison ha esaminato come l’espansione della soia e l’aumento dell’uso di pesticidi nei biomi brasiliani del Cerrado e dell’Amazzonia siano correlati all’aumento della mortalità infantile per cancro.
Marin Elisabeth Skidmore, professoressa assistente presso la Facoltà di Scienze Agrarie, del Consumo e dell’Ambiente dell’Università dell’Illinois Urbana-Champaign, autrice principale dello studio pubblicato nella rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), ha affermato:
«La regione amazzonica brasiliana sta attraversando una fase di transizione dalla produzione di bestiame a basso input alla coltivazione intensiva della soia, con un elevato uso di pesticidi ed erbicidi. L’espansione è avvenuta molto rapidamente e sembra che gli sforzi educativi e la formazione degli applicatori di pesticidi non siano stati all’altezza della crescita del loro utilizzo, quando non vengono usati correttamente, ci sono implicazioni per la salute. Mentre avveniva questa transizione, sono stati documentati casi di avvelenamento da pesticidi di lavoratori agricoli e prove di presenza di sostanze chimiche nel sangue e nelle urine di lavoratori non agricoli nelle comunità circostanti, ciò indica che l’introduzione della soia sia avvenuta in modo potenzialmente pericoloso, lasciando le persone esposte».
Il team di ricercatori ha analizzato le conseguenze sulla salute pubblica dell’esposizione ai pesticidi, concentrandosi sui bambini come popolazione più vulnerabile, in particolare, hanno esaminato i decessi per leucemia linfoblastica acuta (LLA), il più comune tumore infantile trasmesso per via ematica.
Il loro studio si è basato su dati relativi ai risultati sanitari, all’uso del suolo, alle acque di superficie e alla demografia nei biomi Amazzonia e Cerrado. Il campione era costituito principalmente da aree classificate come “rurali” e con almeno il 25% di copertura del suolo in agricoltura.
La produzione di soia nell’area del Cerrado è triplicata dal 2000 al 2019, mentre nella regione amazzonica è aumentata di 20 volte, passando da 0,25 a 5 milioni di ettari; anche l’uso di pesticidi nella regione studiata è aumentato da tre a dieci volte durante il periodo. I coltivatori di soia brasiliani applicano pesticidi a un tasso per ettaro 2,3 volte superiore a quello degli Stati Uniti.
Marin Elisabeth Skidmore ha affermato:
«I nostri risultati nella regione mostrano una relazione significativa tra l’espansione della soia in Brasile e le morti infantili per leucemia linfoblastica acuta (LLA). I risultati suggeriscono che circa la metà dei decessi per leucemia pediatrica in un periodo di dieci anni può essere collegata all’intensificazione agricola e all’esposizione ai pesticidi».
Marin Elisabeth Skidmore e i suoi colleghi hanno evidenziato che ogni 10.000 abitanti un aumento di 10 punti percentuali nella produzione di soia è associato a ulteriori 0,40 decessi tra tutti i bambini sotto i 5 anni e ad ulteriori 0,21 decessi sotto i 10 anni. In totale, si stima che 123 bambini sotto i 10 anni siano morti per leucemia linfoblastica acuta (LLA) associata all’esposizione ai pesticidi tra il 2008 e il 2019, su un totale di 226 decessi segnalati per leucemia linfoblastica acuta (LLA) nello stesso periodo.
Marin Elisabeth Skidmore ha sottolineato che lo studio non fornisce un nesso causale diretto tra l’esposizione ai pesticidi e le morti per cancro, i ricercatori hanno adottato una serie di misure per escludere altre potenziali spiegazioni, non hanno trovato correlazioni tra tutti i decessi e il consumo di soia, i cambiamenti nello stato socioeconomico o la prevalenza di colture con tassi inferiori di applicazione di pesticidi.
Il team di ricercatori ha analizzato anche la contaminazione delle fonti d’acqua come metodo primario di esposizione ai pesticidi.
Marin Elisabeth Skidmore ha spiegato:
«Abbiamo cercato prove dell’applicazione di pesticidi a monte, nel bacino idrografico che sfocia in una regione, abbiamo scoperto che è correlata ai risultati della leucemia nella regione a valle. Ciò indica che il deflusso dei pesticidi nelle acque di superficie è un probabile metodo di esposizione: al momento del censimento agricolo del 2006, circa il 50% delle famiglie rurali di questa regione disponeva di un pozzo o di una cisterna, mentre il restante 50% dipendeva dalle acque di superficie come fonte di acqua potabile. L’acqua di superficie se è contaminata, i pesticidi utilizzati nella produzione di soia a monte possono raggiungere i bambini che vivono a valle attraverso i corsi d’acqua. La nostra preoccupazione è che i nostri risultati siano solo la punta dell’iceberg. Abbiamo misurato un risultato piccolo e molto preciso. L’esposizione ai pesticidi può anche provocare casi non fatali di leucemia e c’è il rischio di impatti sulla comunità degli adulti e degli adolescenti».
La leucemia linfoblastica acuta (LLA) è una malattia curabile, ma richiede l’accesso a cure mediche di qualità. Il team di ricercatori nell’intera regione amazzonica, hanno identificato solo due centri oncologici pediatrici ad alta complessità, sebbene anche altre strutture possano fornire cure. Hanno scoperto che l’aumento dei decessi per leucemia linfoblastica acuta (LLA) osservati in seguito all’espansione della soia, era limitato ai comuni che si trovano a più di 100 chilometri da un centro di cura.
Marin Elisabeth Skidmore ha affermato:
«I nostri risultati indicano che ci sono diversi modi per mitigare la relazione tra l’esposizione ai pesticidi e i decessi per leucemia linfoblastica acuta (LLA), tra questi vi sono la formazione e l’educazione dei lavoratori agricoli, regolamenti intelligenti sull’uso dei pesticidi e l’accesso all’assistenza sanitaria. Non stiamo certo sostenendo l’interruzione totale dell’uso di questi fattori di produzione. Sono tecnologie importanti e preziose, ma devono essere gestite in modo sicuro e con alcuni controlli».
Il Brasile attualmente sta sviluppando un programma di certificazione in materia di sicurezza, richiede agli addetti al trattamento dei pesticidi di sottoporsi a corsi di formazione e di addestramento. Programmi di questo tipo esistono in molti Paesi, tra cui gli Stati Uniti, dove gli utilizzatori di pesticidi devono ottenere una licenza e partecipare a un programma annuale di formazione e test sulla sicurezza dei pesticidi.
Marin Elisabeth Skidmore ha affermato:
«Penso che ci sia una forte consapevolezza del fatto che l’uso sicuro dei pesticidi è la cosa migliore sia per la produttività agricola sia per le comunità. L’espansione e il boom della soia sono per molti versi una grande vittoria per l’economia brasiliana. Vogliamo sottolineare che quando i cambiamenti avvengono velocemente, ci sono dei rischi associati, e questo non è un caso isolato al Brasile. In tutto il mondo ci si concentra molto sull’intensificazione agricola per la sicurezza alimentare globale. Dobbiamo trovare un equilibrio che ci permetta di ottenere i benefici produttivi e allo stesso tempo di mitigare i potenziali rischi, quando c’è una rapida diffusione di queste tecnologie in una nuova regione, spesso è una regione sottosviluppata o povera, come facciamo a garantire che ci siano delle protezioni per evitare un altro caso come questo?».

,
Avatar photo

About Pino Silvestri

Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
View all posts by Pino Silvestri →