I cirripedi per localizzare il relitto del volo MH370 della Malaysia Airlines

Il mistero del volo MH370 della Malaysia Airlines, scomparso sopra l’Oceano Indiano con tutto l’equipaggio, ha sconcertato il mondo per nove anni, ma ora un geoscienziato dell’Università della Florida del Sud potrebbe aver trovato un metodo sorprendente per localizzare il relitto utilizzando i cirripedi.
La cronaca degli eventi riporta che l’8 marzo 2014, il volo MH370 della Malaysia Airlines è decollato da Kuala Lumpur per Pechino, dopo circa 38 minuti, il Boeing 777-200ER con i suoi 227 passeggeri e 12 membri dell’equipaggio ha effettuato la sua ultima comunicazione radio mentre sorvolava il Mar Cinese Meridionale.
L’aereo pochi minuti dopo, è scomparso dai radar di controllo del traffico aereo, il radar militare malese l’ha seguito per un’altra ora mentre deviava dalla rotta pianificata e si dirigeva a ovest, sopra la penisola malese e il Mare delle Andamane, prima di uscire dalla portata radar. Dati successivi del satellite Inmarsat indicarono che stava volando verso sud-ovest sopra l’Oceano Indiano.
Che cosa sia successo esattamente al volo MH370 rimane ancora oggi un mistero. L’Ufficio australiano per la sicurezza dei trasporti (ATSB) ha ipotizzato che il malfunzionamento dell’erogazione dell’ossigeno potrebbe aver causato la morte per ipossia di piloti e passeggeri, ma la mancanza di prove certe ha portato a una notevole serie di fantasiose ipotesi sul suo destino, tra queste sono state incluse: un attacco terroristico; un dirottamento da parte della Corea del Nord; un attacco omicida contro uno dei passeggeri; una deviazione segreta verso la base aerea statunitense di Diego Garcia; il suicidio di uno dei membri dell’equipaggio; un abbattimento deliberato o accidentale; un attacco informatico, per finire le ipotesi su meteoriti, buchi neri e rapimenti alieni.
Localizzare l’aereo di linea nei 72,4 milioni di km² dell’Oceano Indiano, potrebbero fornire qualche risposta, ma una vasta ricerca durata quattro anni con sonar, sommergibili, modelli di traettoria della deriva e altri metodi ad alta tecnologia è risultata inconcludente.

Metodo di ricerca basato sui cirripedi
Gregory Herbert, professore associato presso la Scuola di Geoscienze dell’Università della Florida del Sud, ha proposto un nuovo metodo di ricerca basato sui cirripedi. È stato ispirato nel momento in cui ha visto un flaperon appartenente al volo MH370 della Malaysian Airlines tra le fotografie dei detriti dell’aereo che si sono arenati sull’Isola della Riunione al largo delle coste africane un anno dopo l’incidente del 2014. Il flaperon è un dispositivo di controllo di superficie sull’ala di un aereo, può svolgere contemporaneamente le funzioni di flap e degli alettoni.
Gregory Herbert ha affermato:
«Il flaperon era ricoperto di cirripedi, appena l’ho visto, ho immediatamente iniziato a inviare e-mail agli investigatori perché sapevo che la geochimica dei loro gusci avrebbe potuto fornire indizi sul luogo dell’incidente».
Gregory Herbert biologo evoluzionista e conservazionista, studia i sistemi marini con particolare attenzione agli invertebrati marini con il guscio, come ostriche, conchiglie e cirripedi, minuscoli crostacei noti per attaccarsi a molti tipi di superfici.
Gregory Herbert negli ultimi due decenni ha creato e perfezionato un metodo per estrarre i dati delle temperature oceaniche immagazzinate nella chimica dei cirripedi. È un metodo che ha utilizzato per determinare l’età e il rischio di estinzione delle gigantesche “Conchiglie di cavallo” e per indagare sulle circostanze ambientali che hanno determinato la scomparsa dell’insediamento di James Fort (Jamestown), con i coloni che lottavano per sopravvivere a fronte di scorte inadeguate e di limitate presenze di ostriche a causa di una grave siccità regionale.
I cirripedi e altri invertebrati marini sgusciati fanno crescere quotidianamente i loro gusci, producendo strati interni simili agli anelli degli alberi. La chimica di ciascun strato è determinata dalla temperatura dell’acqua circostante nel momento in cui si è formato lo strato.

Esperimento con i cirripedi
Gregory Herbert nello studio pubblicato nella rivista AGU Advances, ha guidato un gruppo di ricerca internazionale per condurre un esperimento di crescita con cirripedi vivi per leggerne la chimica: per la prima volta, è riuscito a estrapolare i record di temperatura dai gusci dei cirripedi.
Il team di ricerca internazionale dopo l’esperimento, ha applicato il metodo di successo ai piccoli cirripedi collegati ai detriti del volo MH370 della Malaysia Airlines, poi, con l’aiuto di esperti di cirripedi e oceanografi dell’Università di Galway, hanno combinato i dati relativi alla temperatura dell’acqua dei cirripedi con la modellazione oceanografica, in questo modo hanno generato con successo una ricostruzione parziale della traettoria della loro deriva.
Gregory Herbert ha affermato:
«Lo scienziato francese Joseph Poupin, è stato uno dei primi biologi a esaminare i detriti, ha concluso che i cirripedi più grandi trovati attaccati al detrito, probabilmente erano abbastanza vecchi da averlo colonizzato poco dopo l’incidente e molto vicini al luogo in cui l’aereo è precipitato. Purtroppo non sono ancora stati resi disponibili i dati per la ricerca, ma con questo studio abbiamo dimostrato che il metodo può essere applicato a un cirripede colonizzato sui detriti poco dopo l’incidente, per ricostruire un percorso di deriva completo fino all’origine dell’incidente».
La ricerca del volo MH370 della Malaysia Airlines, fino a questo momento si è estesa per diverse migliaia di chilometri lungo un corridoio nord-sud chiamato “Il settimo arco”, dove gli investigatori ritengono che l’aereo possa essere precipitato dopo aver esaurito il carburante.
Gregory Herbert in conclusione ha affermato:
«La temperatura dell’oceano poiché può cambiare rapidamente lungo “Il settimo arco”, questo metodo potrebbe rivelare con precisione dove si trova l’aereo; anche se l’aereo non si trova lungo “Il settimo arco”, lo studio dei cirripedi più vecchi e più grandi potrà comunque restringere le aree da cercare nell’Oceano Indiano».

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About Pino Silvestri

Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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