Gli Stati Uniti hanno progettato un software che analizza le metafore per individuare potenziali nemici

Le sfumature delle metafore, prese di mira dai servizi segreti americani

Un'agenzia poco conosciuta, ha sviluppato il software per esaminare le sottili differenze nella scelta delle metafore, per "rivelare le convinzioni fondamentali e visioni del mondo da parte di membri appartenenti ad una cultura".
Il software dovrà estrapolare l'essenza del discorso da un gran numero di frasi in lingua iraniana, russa, spagnola e inglese. Il tutto, dovrà essere etichettato con significato preciso, e conservato in un sistema informatizzato chiamato "Deposito della metafora".
Gli analisti saranno in grado di confrontare discorsi di vita reale con quelle del database. Ciò permetterà di prevedere le intenzioni delle persone. a livello internazionale, che possono rappresentare una minaccia per gli Stati Uniti.
Il dottor Heather, capo progetto, in una presentazione, ha suggerito le parole che potrebbero essere analizzate dal software. A titolo d'esempio metaforico, ha indicato quello che un israeliano o un palestinese potrebbe dire:
– Devi trovare la tua strada" (è neutro e associato a un viaggio, al futuro);
– Devi combattere per ottenere ciò che vuoi" (è negativo e associato ad una lotta).
Le metafore influenzano chi le ascolta, gli Stati Uniti hanno mostrato interessa ad utilizzare il software per analizzare con precisione il linguaggio usato dai leader estremisti".

Esempio italiano? Il cancro, la peggior metafora utilizzata da Berlusconi
Il rimando è alla violenza fisica, al bisturi, alla spietatezza del chirurgo. Dopo la parola "cancro" non c'è più spazio per le parole. Cancro è infatti la parola terminale, fuori dalla civiltà della democrazia, oltre la detestabilità del nemico. Berlusconi l'ha usata (la metafora) contro i magistrati e, in polemica ipocrita e contorta, contro il presidente Napolitano, dinanzi al quale non ha osato ripeterla. Al Capo dello Stato, che rendeva omaggio alla magistratura nel giorno dedicato alle vittime del terrorismo, Berlusconi ha notificato un complimento di circostanza: "nobili parole". Lontano da lui ha invece formalizzato con un atto politico la sua fissazione e ha chiesto una commissione di inchiesta parlamentare contro "il cancro" appunto dei pm.
[…] Questo linguaggio che fa pensare a Berlusconi sul carro armato e con gli anfibi, agli esercizi militari in tuta mimetica mi spinge tuttavia a una domanda, alla più pacificata delle domande: perché il fragore di questo lessico invasato non viene percepito e, non dico coraggiosamente combattuto, ma almeno timidamente criticato dai galantuomini che – oso pensare – ancora stanno accanto a Berlusconi, nonostante tutto? È mai possibile che tra i molti avvocati, qualche economista, i tanti medici, tra tutti quei giornalisti "anarchici, esteti e situazionisti" , tra le belle signorine e signorini, tra gli appassionati ex missini statalisti, tra gli ex liberalsocialisti ed ex democristiani…, è mai possibile che in quella ganga di cervelloni scervellati siano ormai tutti assoggettati alla Santanché che ripete, papera papera, le invettive del capo e aggiunge rancore calcolato ai rancori incrostati del suo principale?
È mai possibile che nessun Letta e nessun Tremonti, nessun Maroni e nessuna Moratti gli dicano che non c'è più niente da ridere, e gli spieghino la scena su cui tutta l'Italia si è fermata, il presidente che piange e Berlusconi che ghigna?

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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