E-derma la nuova pelle elettronica conferisce alla mano protesica una gamma di sensazioni compreso il dolore

I dispositivi protesici di oggi non consentono agli utenti di percepire il tatto, ora un gruppo di scienziati della Johns Hopkins University ha sviluppato una “pelle per dispositivi”, per la prima volta cattura una gamma di sensazioni che proviamo, incluso il dolore. La ricerca è stata pubblicata su Science Robotics.
Paul Marasco, neurofisiologo della Cleveland Clinic, ha detto:
«I ricercatori negli ultimi dieci anni hanno acquisito una migliore comprensione del tatto, il nostro “senso altamente complesso”, hanno lavorato sui modi per aggiungerlo alle protesi. Ora stanno iniziando a uscire dall’ambiente della ricerca e a entrare nel campo clinico».
Luke Osborn del gruppo di ricerca, dipartimento di ingegneria biomedica alla Johns Hopkins University, ha detto:
«Il dolore è una parte cruciale dei nostri sensi, è il nostro modo di proteggerci da ulteriori danni e di valutare la sicurezza. Abbiamo creato una pelle elettronica o “e-derma” si adatta a una mano protesica. Il derma ingegnerizzato come il tipo umano ha due strati, insieme mima i recettori sul nostro corpo, cattura una gamma di sensazioni tattili, incluso il dolore.
Lavorando con un volontario amputato, abbiamo applicato impulsi elettrici che hanno stimolato i suoi nervi, del partecipante, chiedendogli di valutare il livello di disagio causato dalla sensazione nella sua mano fantasma. Nell’esperimento abbiamo limitato il dolore simile a quello che può essere percepito quando ci si taglia per caso con un coltello.
Abbiamo usato questi schemi di stimolazione per fornire un feedback sensoriale al cervello del volontario mentre con la sua mano protesica raccoglieva oggetti lisci, curvi o appuntiti. La protesi è stata dotata anche di un riflesso in modo di liberarsi rapidamente di un oggetto se avvertiva dolore».
Paul Marasco ha aggiunto:
«Il tatto è formato da più componenti, da 11 a 20 canali diversi tra cui pressione, vibrazione e temperatura, ad esempio, i recettori sul dorso della mano sono diverse da quelli del palmo. Tutte queste informazioni sono accorpate e integrate nel cervello per dare un senso al modo di vivere.
La capacità di percepire il dolore potrebbe essere utile per i robot per distinguere tra qualcosa che è potenzialmente dannoso, a qualcosa che non lo è, dando loro un tocco più umano».

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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