Gli astronauti in futuro quando saranno impegnati in lunghe missioni spaziali, dovranno coltivare il proprio cibo perché nel tempo, i pasti preconfezionati provenienti dalla Terra perdono il loro valore nutrizionale.
Il progetto BioNutrients presso Space Biosciences Division dell’Ames Research Center della Nasa ha risolto questo problema, utilizza microbi geneticamente modificati per fornire nutrienti e potenzialmente altri composti e prodotti farmaceutici, su richiesta nello spazio.
Il processo prevede la conservazione di microbi essiccati e di mezzi di coltura per alimenti in piccoli bioreattori, che possono essere reidratati e coltivati a distanza di anni. Il progetto ha già prodotto carotenoidi per gli antiossidanti, follistatina per la perdita muscolare e yogurt e kefir per un bioma intestinale sano.
È stato evidenziato che due diversi lieviti da forno ingegnerizzati sono stati coltivati nei bioreattori BioNutrients-1 (BN-1) Gen-0, per produrre beta-carotene e zeaxantina, il cui periodo di conservazione sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) è stato certificato essere di 3,9 anni.
I ricercatori hanno sottolineato che altri quattro tipi di organismi e prodotti sono stati trasportati su BioNutrients-2 (BN-2), per dimostrare la produzione di carotenoidi, follistatina, yogurt e kefir nei bioreattori Gen-1, che hanno una massa ridotta del 91% e un design flat pack.
La durata di conservazione dei prodotti a base di lievito dovrebbe essere di 5 anni a condizioni ambientali. È in corso l’analisi di yogurt e kefir.
I successi dei bioreattori BioNutrients-1 (BN-1) e BioNutrients-2 (BN-2) aprono la strada a ulteriori processi di produzione biologica che garantiranno un consumo sicuro di nutrienti e composti essenziali per le missioni spaziali di lunga durata.
