Pagheresti un dollaro per twittare? X fa un passo avanti verso il paywall

X, precedentemente noto come Twitter, sta testando un nuovo piano di abbonamento chiamato “Not A Bot”, in pratica, ogni nuovo utente deve verificare il proprio numero di telefono e pagare 1 dollaro all’anno per accedere alle funzioni principali, come twittare, ritwittare, mettere mi piace, creare segnalibri e liste. Chi non paga potrà solo leggere i tweet, guardare i video e seguire gli account.
X il 17 ottobre 2023 ha iniziato a testare l’abbonamento “Not A Bot” in due Paesi: Filippine e Nuova Zelanda. I prezzi variano a seconda del Paese e della valuta, ma in questo programma pilota il costo dell’abbonamento annuo è di un dollaro USA.
Il social network di Elon Musk sostiene che l’abbonamento fa parte degli sforzi di X per combattere lo spam e l’attività dei bot. I nuovi utenti che rinunciano all’abbonamento potranno utilizzare solo le funzioni di “sola lettura”.
L’addebito richiesto aiuterà a fermare gli account falsi o potrebbe peggiorare il problema? Kolina Koltai, ricercatrice del collettivo investigativo Bellingcat, in precedenza ha lavorato per Twitter, ha dichiarato a ABC News:
«Non c’è nulla che impedisca a un truffatore di spendere 100 dollari per acquistare un centinaio di nuovi account bot».
Molti utenti di Twitter sono d’accordo. Tra i commenti più popolari in risposta all’annuncio di Twitter “Not a Bot” ci sono:
“100 bot per 100 dollari? Che affare!”.
“La maggior parte dei bot ha un segno di spunta blu ora”.
“Le persone reali lasceranno la piattaforma”.
“Solo i bot si abboneranno per 1 dollaro”.
Kolina Koltai ha aggiunto:
«I nuovi utenti della piattaforma potrebbero non essere propensi a pagare 1 dollaro e a dare i dati della loro carta di credito a X».
È questo un aspetto importante, numerosi utenti di X sono d’accordo. David Moscrop, giornalista e politologo canadese, ha twittato:
«Me ne andrò definitivamente prima di dare a questo social infernale i miei dati bancari, carta di credito o qualsiasi altra informazione finanziaria, questo non è un gioco anti-bot. È un gioco per attirare le persone e rendere Twitter un’app a pagamento/tutto in uno. Non c’è scampo».
David Moscrop non è il solo, altri utenti hanno evidenziato che il piano di abbonamento è un tentativo di ottenere i dati della carta di credito.
Scott Nover giornalista che si occupa di media e tecnologia, collabora con il sito Slate ha affermato:
«Trasformando X in un servizio “Pay for Play”, X punta a abituare la gente a pagare X, non a eliminare lo spam».
La società nel frattempo, continua a offrire X Premium, l’abbonamento a pagamento che aggiunge un segno di spunta blu all’account e offre l’accesso anticipato a funzioni quali la possibilità di modificare i post, creare post più lunghi di 280 caratteri e assegnare priorità ai post per ottenere un pubblico più ampio.
Le tariffe di abbonamento Premium partono da 8 dollari il mese o 84 dollari all’anno. La società precedentemente nota come Twitter offre X Premium anche alle “Organizzazioni verificate”, si tratta di un servizio per aziende, governi e organizzazioni no-profit, prevede un segno di spunta d’oro, badge di affiliazione, assistenza premium, difesa dalle imitazioni e altre funzioni. Il servizio “Organizzazione Verificata” costa 1.000 dollari il mese. La nota dolente è che tutto ciò non sembra aver aiutato i profitti.
Linda Yaccarino, amministratore delegato di X, recentemente ha ammesso che X dall’acquisizione di Elon Musk, ha perso l’11,6% dei suoi utenti attivi giornalieri, passando da 254,5 milioni a 225 milioni di utenti. Elon Musk quest’estate ha dichiarato che X aveva più di 550 milioni di utenti mensili, nell’ultima relazione finanziaria pubblica di luglio, la società ha dichiarato di aver perso il 59% delle entrate.
La reputazione di X nello stesso periodo ha subìto un duro colpo. L’Unione Europea ha affermato che X ha la più alta percentuale di post di disinformazione di tutte le grandi piattaforme di social media.
NewsGuard, un sito che fornisce strumenti per contrastare la disinformazione, recentemente ha scoperto che gli account verificati di X sono superdiffusori di disinformazione sul conflitto israelo-palestinese. Il 74% dei 250 post con maggiore coinvolgimento (like, repost, risposte e segnalibri) che hanno diffuso falsità proveniva da account con marchio blu.
Ricapitolando, X sta perdendo utenti, ha più propaganda e spam pubblicitario che mai ed è in difficoltà finanziarie. X ha bisogno di più utenti e di entrate, “Not a Bot” è uno strumento per raccogliere fondi, non per eliminare lo spam.
Elon Musk ha da tempo preso in considerazione l’idea di mettere tutto X dietro un paywall, questo piano di far pagare l’abbonamento 1 dollaro all’anno, potrebbe essere il primo passo in questa direzione.

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About Pino Silvestri

Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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