Nuovo trattamento offre la speranza ai malati di Parkinson di tornare a camminare

I ricercatori hanno cercato a lungo opzioni di trattamento per il morbo di Parkinson, dai batteri produttori di farmaci ai trattamenti neuronali, tuttavia nonostante tutti i progressi, la malattia rimane prevalente con effetti assolutamente debilitanti che erodono le funzioni motorie, spesso confinano i pazienti su un letto o su una sedia a rotelle. Ciò accade a causa di una condizione chiamata ipotensione ortostatica è una caratteristica fondamentale dell’atrofia multisistemica. La postura eretta provoca episodi sincopali che impediscono ai pazienti di stare in piedi e camminare per periodi più che brevi.
I ricercatori hanno impiantato un sistema per ripristinare la regolazione della pressione sanguigna e consentire a un paziente con atrofia multi sistemica di stare in piedi e camminare dopo aver perso queste capacità a causa dell’ipotensione ortostatica, questo sistema prevedeva la stimolazione elettrica epidurale erogata sul midollo spinale toracico con accelerometri che rilevavano i cambiamenti nella posizione del corpo.
France 24 ha riportato che il trattamento si presenta sotto forma di un impianto nel midollo spinale, potrebbe far alzare i pazienti di Parkinson e farli tornare a camminare.

Far camminare di nuovo le persone paralizzate
I neurochirurghi Jocelyne Bloch e Gregoire Courtine nel loro studio pubblicato nella rivista New England Journal of Medicine, hanno evidenziato che un tale impianto aveva permesso a tre persone paralizzate di camminare di nuovo. Ricerche più recenti hanno valutato un impianto simile su una donna di 48 anni.
La donna, in questo caso, non aveva il morbo di Parkinson ma mostrava sintomi così gravi che sveniva dopo pochi passi, in effetti, inizialmente le fu diagnosticata la malattia perché i suoi sintomi erano molto simili a quelli di un paziente di Parkinson.
La paziente tre mesi dopo l’intervento chirurgico condotto da Jocelyne Bloch e Gregoire Courtine, è stata in grado di camminare per più di 250 metri con l’aiuto di un deambulatore.
Jocelyne Bloch ha detto:
«Non è guarita, non correrebbe una maratona, ma questo intervento chirurgico ha chiaramente migliorato la sua qualità della vita».

A cosa serve l’impianto?
Imita il modo in cui il cervello invia impulsi elettrici ai muscoli e stimola il regolatore nel cervello che avverte la necessità di inviare più sangue quando le persone si alzano in piedi. I ricercatori sebbene in questo momento abbiano solo un singolo caso di successo, il trattamento offre molte speranze per coloro che sono colpiti dalle condizioni devastanti del morbo Parkinson. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi sull’impianto nel midollo spinale per far emergere più possibilità per il trattamento.

Dispositivo per il trattamento dell’insonnia in malati di Parkinson
L’insonnia è un altro flagello comune dei 10 milioni di malati di Parkinson nel mondo, più di tre quarti dei quali hanno sintomi legati al sonno, secondo la Parkinson’s Foundation.
Il sonno può essere influenzato da tremori incontrollati che svegliano i pazienti, mentre un altro fattore è la mancanza di dopamina, comune nelle persone con Parkinson.
Il farmaco apomorfina è normalmente utilizzato per sostituire la dopamina, riducendo i sintomi come tremore e rigidità, ma se assunto per via orale, può causare un picco e poi un calo della dopamina, causando spasmi muscolari.
Il dispositivo simile a un microinfusore per insulina che fornisce apomorfina continua per tutta la notte potrebbe risolvere il problema, secondo uno studio pubblicato nella rivista Lancet Neurology.
Emmanuel Flamand-Roze ha condotto ricerche precedenti indicando che il dispositivo a pompa aiuterebbe con il Parkinson, il nuovo studio ha esaminato come aiutava con il sonno.
Lo studio randomizzato ha rilevato che coloro che utilizzavano il dispositivo a pompa avevano un sonno “significativamente migliorato” rispetto a coloro che avevano ricevuto un placebo.
Emmanuel Flamand-Roze ha detto:
«I vincoli legati all’indossare una piccola pompa sono molto più bassi durante la notte, rispetto al portare in giro un dispositivo del genere tutto il giorno. Tuttavia, poiché lo studio ha avuto un campione di piccole dimensioni, meno di 50 persone, e si è concentrato su pazienti in uno stadio già avanzato del Parkinson, sono necessarie ulteriori ricerche».

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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