Neutralità della rete: cos’è e perché se ne riparla

La Federal Communications Commission (FCC), nel 2017 sotto la guida del presidente Ajit Pai (un ex avvocato interno di Verizon, scelto dal presidente Donald Trump) ha abbandonato la neutralità della rete. Ora la FCC è tornata al suo quorum completo di cinque membri, l’attuale presidente della FCC, Jessica Rosenworcel, ha annunciato che la FCC ripristinerà la neutralità della rete.
La neutralità della rete è il principio secondo cui tutto il traffico Internet dovrebbe essere trattato allo stesso modo, senza alcuna discriminazione. Ciò significa che ai fornitori di servizi Internet (ISP) non dovrebbe essere consentito di accelerare, rallentare o bloccare l’accesso a specifici siti Web o servizi online. È un principio che garantisce che Internet rimanga in condizioni di parità per tutti.
La neutralità della rete è stata una componente vitale del funzionamento di Internet per decenni, in effetti, il concetto di base secondo cui tutti gli ISP condividono la larghezza di banda in modo equo risale al Commercial Internet eXchange, che rappresenta la nascita di Internet che conosciamo e utilizziamo oggi: senza la neutralità della rete, invece dell’Internet universale che usiamo ogni giorno, saremmo rimasti bloccati in isolate isole di connettività, come i servizi online degli anni ’80 e ’90, tra cui AOL, CompuServe e Prodigy, non avremmo Amazon, Netflix, Facebook o Google. Potremmo anche non avere il Web. La maggior parte di noi oggi non è più consapevole di questo fatto di quanto un pesce lo sia dell’acqua in cui nuota, ma non doveva essere così.
Internet nel 2015 negli Stati Uniti è stato formalmente regolamentato per un breve periodo tramite la neutralità della rete, secondo la sentenza della FCC dell’epoca, Internet era governata da tre regole:

Nessun blocco: i fornitori di banda larga non possono bloccare l’accesso a contenuti, applicazioni, servizi o dispositivi non dannosi.

Nessuna limitazione: i fornitori di banda larga non possono compromettere o degradare il traffico Internet legale a causa di contenuti, applicazioni, servizi o dispositivi non dannosi.

Nessuna priorità a pagamento: i fornitori di banda larga potrebbero non favorire parte del traffico Internet legale rispetto ad altro traffico legale in cambio di un corrispettivo, in altre parole, nessuna “corsia preferenziale”.

La sopracitata regola finale vieta inoltre agli ISP di dare priorità ai contenuti e ai servizi dei propri affiliati, se questo insieme di regole sembra troppo astratto, allora si pensi a Internet come a un’autostrada in cui tutte le auto, indipendentemente dalla marca o dal modello, sono sotto lo stesso limite di velocità.
Ora potremmo immaginare uno scenario in cui alle Tesla viene assegnata una corsia speciale dove possono accelerare, mentre altre auto sono bloccate nel traffico lento. Ecco come sarebbe Internet senza la neutralità della rete, con gli ISP che offrono un trattamento preferenziale a determinati siti Web o servizi, soffocando così la concorrenza e l’innovazione.
La neutralità della rete, quindi, perché è importante? Tim Berners-Lee nel momenti in cui la neutralità della rete fu abrogata affermò:
«Quando ho inventato il World Wide Web nel 1989, non dovevo pagare una tassa o chiedere il permesso a nessuno per renderlo disponibile su Internet».
Jessica Rosenworcel presidente della FCC è d’accordo, ha affermato:
«Internet deve essere aperta, ho sempre sostenuto la neutralità della rete. Sulla scia della pandemia e dell’investimento generazionale nell’accesso a Internet, abbiamo una finestra per aggiornare le nostre politiche per garantire che Internet non sia solo aperto ma veloce ed equo, sicuro e protetto. Mi impegno a cogliere questo opportunità. È giunto il momento che le nostre regole per i fornitori di servizi Internet riflettano la realtà che l’accesso a Internet è una necessità per la vita quotidiana. Andiamo al dunque».
La nuova proposta per la neutralità della rete, nello specifico riclassificherebbe sia la banda larga fissa sia quella mobile come servizi di comunicazione essenziali ai sensi del Titolo II del Communications Act del 1934: altri servizi essenziali includono acqua, elettricità e servizi telefonici. Siamo tutti d’accordo sul fatto che Internet sia oggi un servizio essenziale. E se questa proposta suona familiare, dovrebbe essere una riaffermazione della posizione di neutralità della rete del presidente Barack Obama.
È stato evidenziato che alcuni oppositori direbbero che l’abrogazione della neutralità della rete non ha portato al cambiamento. Jessica Rosenworcel in risposta ha affermato:
«Ciò è dovuto al fatto che alcuni Stati, in particolare la California, hanno intensificato le proprie regole sulla neutralità della rete, anche se tale definizione di principi va benissimo, vuole vedere le normative statali sostituite da un unico insieme federale di norme nazionali; a coloro che sostengono che la FCC sta semplicemente aprendo la porta alla regolamentazione dei prezzi, rispondo che non è così. Credo che la neutralità della rete porterà a una maggiore concorrenza, che a sua volta farà scendere i prezzi della banda larga su Internet».
Le nuove normative che Jessica Rosenworce suggerisce vanno oltre la neutralità della rete, propone modifiche a:

Sicurezza: riclassificare l’accesso a Internet a banda larga per fornire alla FCC e ai suoi partner per la sicurezza nazionale gli strumenti necessari per difendere le nostre reti da potenziali minacce alla sicurezza.

Sicurezza: consentire alla FCC di migliorare la resilienza delle reti a banda larga e rafforzare gli sforzi per richiedere ai fornitori di notificare alla FCC e ai consumatori le interruzioni di Internet.

Standard nazionale: stabilire uno standard nazionale uniforme anziché un mosaico di approcci stato per stato, a vantaggio dei consumatori e degli ISP.

La neutralità della rete ancor prima che venisse fatto l’annuncio, come sembra che ormai tutto accada negli Stati Uniti, era diventata una questione politica, da un lato, il senatore democratico Ed Markey del Massachusetts ha scritto su X (ex Twitter) che la FCC deve «Ripristinare la sua legittima autorità sulla regolamentazione della banda larga e ripristinare le protezioni della neutralità della rete».
Brendan Carr dalla sponda repubblicana, membro della FCC sulla base di uno studio pagato da una società di telecomunicazioni, sostiene che:
«La decisione di riclassificare la banda larga come servizio di telecomunicazioni del Titolo II non sopravvivrà a un incontro della Corte Suprema con la dottrina delle questioni importanti, sarebbe una follia per la Commissione e il Congresso presumere il contrario. La nuova regolamentazione darebbe alla FCC troppo potere».
Jessica Rosenworcel in conclusione ha affermato:
«La Federal Communications Commission (FCC) voterà per la prima volta il 19 ottobre sulla nuova proposta di neutralità della rete, mirerà in gran parte a ripristinare le regole di Internet aperta del 2015».
L’agenzia quindi prenderà commenti pubblici sulla proposta, successivamente, la FCC voterà sull’adozione delle regole finali, in altre parole, passeranno mesi, se non anni, prima che le nuove norme entrino in vigore.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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