Nascita pretermine legata a sostanze chimiche presenti nella vagina

Il nuovo studio condotto dai ricercatori del Vagelos College of Physicians and Surgeons della Columbia University, riporta che le sostanze chimiche che si accumulano nella vagina, potenzialmente provenienti da prodotti per l’igiene personale, possono contribuire al parto prematuro spontaneo.
Lo studio, condotto su 232 donne in gravidanza, ha rilevato che una manciata di sostanze chimiche non biologiche, precedentemente trovate nei cosmetici e nei prodotti per l’igiene, sono fortemente associate al parto prematuro.
Tal Korem assistente professore di biologia dei sistemi e scienze della riproduzione (in Ostetricia e Ginecologia) e membro del Programma di Genomica Matematica (PMG) della Columbia University, autore principale dello studio pubblicato nella rivista Nature Microbiology, ha affermato:
«I nostri risultati suggeriscono che dobbiamo esaminare più da vicino se le esposizioni ambientali comuni, effettivamente causano nascite premature e, in caso affermativo, da dove provengono queste esposizioni. La buona notizia è che se la colpa è di queste sostanze chimiche, potrebbe essere possibile limitare queste esposizioni potenzialmente dannose».
La nascita pretermine, ovvero il parto prima delle 37 settimane di gravidanza, è la prima causa di morte neonatale, può portare a una serie di problemi di salute per tutta la vita, due terzi delle nascite pretermine avvengono spontaneamente, ma nonostante le numerose ricerche, non esistono metodi per prevedere o prevenire le nascite pretermine spontanee.
È stato evidenziato che molteplici studi hanno suggerito che gli squilibri del microbioma vaginale svolgono un ruolo nella nascita pretermine e in altri problemi durante la gravidanza, tuttavia, i ricercatori non sono riusciti a collegare in modo riproducibile popolazioni specifiche di microrganismi con esiti negativi della gravidanza.
Il team di ricerca, guidato da Tal Korem e Maayan Levy, dell’Università della Pennsylvania, ha deciso di dare una visione più ampia del microambiente vaginale, analizzando il suo metaboloma. Il metaboloma è l’insieme completo delle piccole molecole presenti in una particolare nicchia biologica, compresi i metaboliti prodotti dalle cellule e dai microrganismi locali e le molecole provenienti da fonti esterne.
Tal Korem ha detto:
«Il metaboloma può essere visto nel suo complesso come una lettura funzionale dell’ecosistema. Il profilo del microbioma può dirci chi sono i microbi; la metabolomica ci porta a capire cosa fanno i microbi».
I ricercatori nello studio attuale hanno misurato oltre 700 metaboliti diversi nel metaboloma del secondo trimestre di 232 donne incinte, tra cui 80 gravidanze terminate prematuramente.
Lo studio rispetto alle donne che avevano partorito a termine, ha trovato diversi metaboliti significativamente più alti nelle donne che avevano partorito in anticipo.
Tal Korem ha affermato:
«Molti di questi metaboliti che chiamiamo xenobiotici, sono sostanze chimiche non prodotte dall’uomo o dai microbi, tra questi, la dietanolamina, l’etil-beta glucoside, il tartrato e l’acido etilendiamminotetraacetico. Sebbene non sia stato possibile identificare la fonte di questi xenobiotici nei nostri partecipanti, tutte queste sostanze potrebbero essere presenti nei cosmetici e nei prodotti per l’igiene».

Un algoritmo predice la nascita pretermine
Il team di ricercatori utilizzando modelli di apprendimento automatico, ha sviluppato un algoritmo basato sui livelli di metaboliti in grado di prevedere con buona precisione la nascita pretermine, aprendo potenzialmente la strada a una diagnosi precoce.
Le previsioni sebbene siano risultate più accurate rispetto ai modelli basati sui dati del microbioma e sulle caratteristiche materne (come età, IMC, razza, storia di parto pretermine e parti precedenti), il nuovo modello necessita ancora di miglioramenti e di un’ulteriore validazione prima di poter essere utilizzato in clinica.
Tal Korem in conclusione ha detto:
«I nostri risultati, nonostante le attuali limitazioni, dimostrano che i metaboliti vaginali hanno il potenziale per prevedere, con mesi di anticipo, quali donne hanno la probabilità di partorire in anticipo».

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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