Il gesto di autoimmolazione – avvenuto il 21 ottobre – tenuto nascosto dai media cinesi, è stato foto documentato da un testimone, un lettore del Daily Telegraph, al giornale ha mostrato le immagini dei poliziotti cinesi accorsi velocemente per domare le fiamme con gli estintori
Il testimone è Alan Brown, Ingegnere della RAF in pensione, vive a Somerton, un paese del Somerset, con la moglie Pamela, si trovava in vacanza in Cina. Ha raccontato quel drammatico episodio:
“L’uomo era a due, tre metri davanti a me. Ha fatto un passo oltre la bassa ringhiera davanti alla pista ciclabile che passa di fronte all’immagine del presidente Mao. Ha detto velocemente qualcosa, un poliziotto nelle vicinanze si è subito agitato. Il tizio ha tirato fuori l’accendino, ha guardato dritto verso di me e si è dato fuoco.Il poliziotto, inizialmente ha fatto un balzo all’indietro, poi ha afferrato un estintore dalla sua moto e ha spento le fiamme che avvolgevano l’uomo” [vedi foto 1 e 2].
Il tentato suicidio, nonostante sia stato visto da centinaia di spettatori cinesi, inizialmente è stato pesantemente censurato, nessuna menzione da parte dei media cinesi, nessuna traccia sul Weibo (la versione cinese di Twitter), dove spesso, trapelano notizie ritenute sensibili o non gradite dalle autorità cinesi.
L’incidente doveva restare nascosto, successivamente è stato confermato dopo la pubblicazione delle foto. Il dipartimento del Beijing Public Security Bureau (PSB), responsabile per il monitoraggio e mantenimento dell’ordine sociale in Cina, non potendo nascondere l’episodio, ha rilasciato un comunicato:
“Il 21 ottobre del 2011, verso le ore 11, un uomo chiamato Wang, si è diretto vicino al ponte Jinshui, improvvisamente si è dato fuoco. I poliziotti sul posto hanno spento le fiamme in meno di dieci secondi, poi hanno inviato l’uomo in ospedale.
In seguito all’inchiesta, è emerso che Wang (un uomo di 42 anni, residente nella città di Huanggang in provincia di Hubei), ha compiuto l’estremo gesto per protestare contro l’esito – a suo dire – ingiusto su un contenzioso civile in un tribunale locale”.
L‘autoimmolazione di Wang, sembra essere la prima, confermata ufficialmente dopo il 23 gennaio 2001, quando cinque appartenenti al movimento spirituale Falun Gong, tra cui una bambina di dodici anni, presumibilmente si diedero fuoco per protestare contro la violenta repressione del governo cinese.
Il tragico evento, segnato da due morti (la bambina, deceduta dopo due mesi e la madre, morta lo stesso giorno del rogo) e tre persone ferite, gravemente sfigurate dalle fiamme, fino ad oggi resta un episodio controverso per la non attendibile denuncia della bambina: prima di morire, fece in tempo a denunciare le manipolazioni che il capo spirituale, Li Hongzhi, fondatore del movimento, avrebbe fatto nei confronti della madre. Il movimento del Falun Gong sostiene che è stata una messa in scena da parte del regime cinese e ci sono numerose prove a sostegno di questo.
In Cina, episodi di autoimmolazione sono rari, accadono una o due volte l’anno, spesso coinvolgono vittime di sentenze ingiuste, accaparramento di terre, dispute sulla proprietà con il governo locale o esempi estremi di corruzione.
Le autorità cinesi in Tibet, quest’anno hanno avuto a che fare con un’ondata di autoimmolazioni: undici monaci e monache si sono dati fuoco in segno di protesta contro il dominio cinese nella regione del Tibet.
Piazza Tiananmen, dalla strage del 1989 (ancora oggi le stime dei morti variano. Il governo cinese parlò inizialmente di 200 civili e 100 soldati morti, ma poi abbassò il numero di militari uccisi ad “alcune dozzine”. La CIA stimò, invece, 400 – 800 vittime. La Croce Rossa riferì 2.600 morti e 30.000 feriti), dopo ventidue anni rimane il luogo più politicamente sensibile in Cina. E’ fortemente sorvegliata, poliziotti in borghese sono pronti a bloccare in pochi secondi ogni tentativo di protesta.
Alan Brown, 59 anni, stupito dalla velocità delle forze di sicurezza, intervenuti in un lampo per domare le fiamme e poi cancellare ogni traccia dell’incidente, ha detto:
“In quel momento, c’erano tante persone a scattare foto, mi ha sorpreso il fatto di non aver letto nulla su quanto accaduto in Piazza Tiananmen, per questo ho deciso che dovevo far qualcosa per dare luce a questa notizia.
Ricordo i netturbini, intervenuti in fretta a pulire. Se qualcuno fosse arrivato cinque o dieci minuti dopo il gesto di protesta, non avrebbe visto nulla. Con il tempo abbiamo raggiunto il balcone che si affaccia sulla piazza, non c’era traccia del gesto disperato. Tutto era andato.
Patt., sono qui, ora:)
http://colfavoredellenebbie.wordpress.com/
Zena è bravissima..io sono in panico
^^
come ho spiegato a Cicabu, io nulla ho fatto! sono la blogger più scarsa che ci sia…
E tu Patt. hai scelto dove/come emigrare?
Fammelo sapere, eh.
Mi fa una gran tristezza lasciare Splinder, proprio tanta.
Un abbraccio d'affetto.
z.
io sono scappato qui:
http://ilsupergiovane.blogspot.com/
fammi sapere quale sarà il tuo prossimo lido!
non dimenticare di darmi il nuovo indirizzo appena ti trasferisci, Virtualblog 😉