Vedere l’invisibile: ecco come le farfalle possono aiutare gli scienziati a rilevare il cancro

Ci sono molte creature sul nostro pianeta con sensi più avanzati di quelli umani. Le tartarughe possono percepire il campo magnetico terrestre. I gamberetti mantide possono rilevare la luce polarizzata. Gli elefanti possono sentire frequenze molto più basse rispetto agli umani. Le farfalle possono percepire una gamma più ampia di colori, inclusa la luce ultravioletta (UV).
La nuova ricerca pubblicata nella rivista Science Advances, è stata condotta da Viktor Gruev professore di ingegneria elettrica e informatica dell’Università dell’Illinois – Urbana-Champaign e da Shuming Nie professore di bioingegneria, ambedue sono affiliati al Cancer Center dell’Illinois.
Il team di ricercatori ispirandosi al sistema visivo potenziato della farfalla Papilio xuthus, ha sviluppato un sensore di imaging in grado di “vedere” nella gamma UV inaccessibile agli occhi umani. Il design del sensore utilizza fotodiodi impilati e nanocristalli di perovskite (PNC) in grado di acquisire diverse lunghezze d’onda nella gamma UV. Utilizzando le firme spettrali dei marcatori biomedici, come gli amminoacidi, questa nuova tecnologia di imaging è persino in grado di differenziare tra cellule tumorali e cellule normali con una sicurezza del 99% (vedi video).

Piccole variazioni
Viktor Gruev ha affermato:
«Ci siamo ispirati al sistema visivo delle farfalle, sono in grado di percepire più regioni nello spettro UV, abbiamo progettato una fotocamera che replica tale funzionalità. Lo abbiamo fatto utilizzando nuovi nanocristalli di perovskite, combinati con la tecnologia di imaging del silicio, questa nuova tecnologia della fotocamera è in grado di rilevare più regioni UV».
La luce UV è una radiazione elettromagnetica con lunghezze d’onda inferiori a quelle della luce visibile (ma più lunghe dei raggi X). Conosciamo meglio le radiazioni UV del sole e i pericoli che comportano per la salute umana. La luce UV è classificata in tre diverse regioni: UVA, UVB e UVC, in base a diversi intervalli di lunghezze d’onda. Poiché gli esseri umani non possono vedere la luce UV, è difficile acquisire informazioni UV, soprattutto discernendo le piccole differenze tra ciascuna regione. Le farfalle, tuttavia, possono vedere queste piccole variazioni nello spettro UV, così come gli esseri umani possono vedere le sfumature del blu e del verde.
Viktor Gruev ha evidenziato:
«È interessante per me come riescano a vedere quelle piccole variazioni. La luce UV è incredibilmente difficile da catturare, viene assorbita da tutto e le farfalle sono riuscite a farlo molto bene».

Il gioco dell’imitazione
Gli esseri umani hanno una visione tricromatica con tre fotorecettori, dove ogni colore percepito può essere costituito da una combinazione di rosso, verde e blu. Le farfalle, tuttavia, hanno occhi composti, con sei (o più) classi di fotorecettori con sensibilità spettrali distinte, in particolare, la Papilio xuthus, una farfalla asiatica, gialla a coda di rondine, non ha solo recettori blu, verdi e rossi, ma anche viola, ultravioletti e a banda larga. Inoltre, le farfalle hanno pigmenti fluorescenti che consentono loro di convertire la luce UV in luce visibile che può poi essere facilmente rilevata dai loro fotorecettori. Ciò consente loro di percepire una gamma più ampia di colori e dettagli nel loro ambiente.
Le farfalle oltre all’aumento del numero di fotorecettori mostrano anche una struttura a livelli unica nei loro fotorecettori. Il team di ricercatori dell’Università dell’Illinois – Urbana-Champaign per replicare il meccanismo di rilevamento UV della farfalla Papilio xuthus, ha emulato il processo combinando un sottile strato di nanocristalli di perovskite (PNC) con una serie stratificata di fotodiodi al silicio.
I nanocristalli di perovskite (PNC) sono una classe di nanocristalli semiconduttori che mostrano proprietà uniche simili a quelle dei punti quantici: la modifica delle dimensioni e della composizione della particella modifica le proprietà di assorbimento ed emissione del materiale. I nanocristalli di perovskite (PNC) negli ultimi anni sono emersi come materiali interessanti per diverse applicazioni di rilevamento, come celle solari e LED. I nanocristalli di perovskite (PNC) sono estremamente bravi nel rilevare le lunghezze d’onda UV (e anche inferiori) rispetto ai tradizionali rilevatori al silicio.
Lo strato di nanocristalli di perovskite (PNC) nel nuovo sensore di immagine, è in grado di assorbire fotoni UV e rimettere luce nello spettro visibile (verde) che viene poi rilevato dai fotodiodi al silicio stratificati. L’elaborazione di questi segnali consente la mappatura e l’identificazione delle firme UV.

Sanità e oltre
Nei tessuti cancerosi sono presenti vari marcatori biomedici in concentrazioni più elevate rispetto ai tessuti sani: aminoacidi (elementi costitutivi delle proteine), proteine ed enzimi, quando eccitati con la luce UV, questi marcatori si illuminano e emettono fluorescenza negli UV e in parte dello spettro visibile, in un processo chiamato autofluorescenza.
Shuming Nie ha affermato:
«L’imaging nella regione UV è stato limitato, direi che è stato il più grande ostacolo al progresso scientifico. Ora abbiamo messo a punto questa tecnologia con cui possiamo visualizzare la luce UV con elevata sensibilità e possiamo anche distinguere piccole differenze di lunghezza d’onda».
Il cancro e le cellule sane poiché hanno diverse concentrazioni di marcatori e quindi diverse firme spettrali, le due classi di cellule possono essere differenziate in base alla loro fluorescenza nello spettro UV.
Il team di ricercatori ha valutato la capacità del dispositivo di imaging di discriminare i marcatori correlati al cancro, ha scoperto che è in grado di distinguere tra cancro e cellule sane con una sicurezza del 99%.
Viktor Gruev, Shuming Nie e il loro team di ricerca, immaginano di poter utilizzare questo sensore durante l’intervento chirurgico, una delle sfide più grandi è sapere quanto tessuto rimuovere per garantire margini liberi, un sensore di questo tipo può aiutare a facilitare il processo decisionale quando un chirurgo rimuove un tumore canceroso.
Shuming Nie ha affermato:
«Questa nuova tecnologia di imaging ci consente di differenziare le cellule cancerose da quelle sane, sta aprendo nuove ed entusiasmanti applicazioni oltre la semplice salute. Ci sono molte altre specie oltre alle farfalle in grado di vedere nei raggi UV, avere un modo per rilevare quella luce fornirà ai biologi interessanti opportunità per saperne di più su queste specie, come le loro abitudini di caccia e di accoppiamento. Portare il sensore sott’acqua può aiutare anche a comprendere meglio quell’ambiente, anche se molti raggi UV vengono assorbiti dall’acqua, ce n’è ancora abbastanza che riesce ad avere un impatto, ci sono molti animali sott’acqua che vedono e usano anche la luce UV».

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About Pino Silvestri

Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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