Testato per la prima volta sull’uomo il radiotracciante per rilevare le malattie neurologiche

La perdita di mielina, uno strato isolante protettivo attorno ai neuroni, è un fattore chiave per molte malattie neurologiche tra cui sclerosi multipla, lesioni traumatiche del cervello e del midollo spinale, ictus e demenza. Attualmente non ci sono test di imaging per identificare con precisione tale demielinizzazione e distinguerla da altri processi patologici che si verificano in queste condizioni.
I ricercatori del Massachusetts General Hospital (MGH) hanno ora sviluppato un test di questo tipo: un radiotracciante radioattivo della demielinizzazione che può essere rilevato mediante scansioni di tomografia a emissione di positroni (PET). L’utilizzo lo hanno valutato nell’uomo in uno studio pubblicato nella rivista European Journal of Nuclear Medicine and Molecular Imaging.
Pedro Brugarolas, coautore dello studio, ricercatore presso il Gordon Center for Imaging collegato al Massachusetts General Hospital (MGH), assistente professore di radiologia presso Harvard Medical School, ha affermato:
«Avere uno strumento di imaging specifico per la demielinizzazione può aiutare a comprendere meglio il suo coinvolgimento in diverse condizioni patologiche e a monitorare meglio una malattia o la risposta a una terapia, ad esempio una terapia rimielinizzante».
Pedro Brugarolas e i suoi colleghi, in volontari sani hanno studiato la sicurezza del loro nuovo tracciante PET, chiamato [18F]3F4AP, hanno cercato di vedere che cosa succede dopo che è stato iniettato per via endovenosa nel corpo. È stata questa la prima volta che il tracciante è stato somministrato all’uomo, a seguito di studi condotti sulle scimmie.
Lo studio ha evidenziato che il tracciante si è distribuito ampiamente in tutto il corpo, compreso il cervello, l’organo di interesse. Il team di ricercatori inoltre ha calcolato l’esposizione alle radiazioni dei volontari dal tracciante ed ha eseguito valutazioni di sicurezza di base.
Moses Wilks assistente in fisica presso il Massachusetts General Hospital (MGH) e istruttore presso Harvard Medical School, ha affermato:
«La dose di radiazioni come previsto per i traccianti PET, rientrava nei limiti normali, non abbiamo visto segni che potessero indicare che il tracciante non fosse sicuro».
La scoperta inaspettata che è emersa nello studio, è stata che il tracciante è uscito dalla circolazione corporea più velocemente del previsto, elemento che i ricercatori hanno in programma di indagare ulteriormente.
Gli scienziati sperano che le loro scoperte aiuteranno a far avanzare la ricerca relativa alle malattie che coinvolgono la demielinizzazione.
Georges El Fakhri, direttore del Gordon Center for Medical Imaging presso il Massachusetts General Hospital (MGH), e professore di radiologia presso Harvard Medical School, ha detto:
«Dare un nuovo tracciante agli esseri umani è un’impresa non da poco, perché richiede la capacità di produrre il tracciante in un ambiente sterile, dimostrare alla Food and Drug Administration degli Stati Uniti che il tracciante soddisfi un controllo di qualità molto rigoroso e ottenere l’autorizzazione dell’agenzia a somministrarlo agli esseri umani. Il tracciante una volta che è stato utilizzato per la prima volta nell’uomo e ha dimostrato di essere sicuro, come evidenziato in questo studio, è più facile per altri ricercatori usarlo».

,
Avatar photo

About Pino Silvestri

Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
View all posts by Pino Silvestri →