Smart working – Dipendente olandese licenziato da un’azienda statunitense per aver spento la webcam, risarcito con 75.000 euro in tribunale

Il dipendente di un’azienda statunitense, licenziato per essersi rifiutato di lasciare la webcam accesa durante il lavoro in smart working, ha ottenuto da un tribunale olandese un risarcimento di circa 75.000 euro per licenziamento illegittimo. Il dipendente, residente a Diessen, nella provincia Brabante Settentrionale, era stato assunto dalla filiale di Rijswijk di Chetu Inc., un’azienda di sviluppo software con sede a Miramar, in Florida.
Il dipendente ha iniziato a lavorare per Chetu Inc. nel gennaio 2019, ha dichiarato di guadagnare oltre 70.000 euro all’anno tra stipendio, provvigioni, bonus variabili e indennità di vacanza. Ha lavorato per l’azienda americana per oltre un anno e mezzo, lo scorso 23 agosto aveva ricevuto l’ordine di partecipare a un periodo di formazione a distanza chiamato “Programma di azione correttiva”.
Il dipendente venditore di telemarketing due giorni dopo ha risposto:
«Non mi sento a mio agio a essere monitorato per 9 ore il giorno da una telecamera. È un’invasione della mia privacy, mi fa sentire davvero a disagio. È per questo che la mia telecamera non è attiva. È già possibile monitorare tutte le attività sul mio portatile e sto condividendo il mio schermo».
Il 26 agosto è stato licenziato in tronco per “Rifiuto di lavorare” e “Insubordinazione”.
Il dipendente dopo poche settimane ha portato il caso davanti al Tribunale dello Zeeland-West Brabant di Tilburg, affermando che “non c’era alcun motivo urgente per giustificare il licenziamento immediato”. Ha sostenuto che il licenziamento era sproporzionato e che la richiesta di lasciare la webcam accesa era irragionevole e violava le norme sulla privacy.
Il tribunale ha convenuto che il licenziamento non era legalmente valido:
«Il datore di lavoro non ha chiarito a sufficienza le ragioni del licenziamento. Inoltre, non vi è alcuna prova di un rifiuto di lavorare, né vi è stata un’istruzione ragionevole. L’istruzione di lasciare la telecamera accesa è contraria al diritto del dipendente al rispetto della sua vita privata».
Chetu Inc. ha invece sostenuto che la webcam non era diversa dal caso in cui il lavoratore fosse stato presente in ufficio e osservato dalla direzione. La Corte distrettuale ha ritenuto improbabile che Chetu Inc. intendesse conservare le immagini della webcam, ha affermato che la privacy dei dati non era la questione rilevante. Ha invece citato l’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e una sentenza della Corte europea che chiarisce che “l’osservazione dei dipendenti è soggetta a condizioni rigorose”.
Il tribunale ha sentenziato che la richiesta di tenere attivata la telecamera è stata un’intrusione irragionevole nei diritti alla privacy del querelante.
Il tribunale ha condannato Chetu Inc. a pagare all’uomo oltre 2.700 euro di stipendio non pagato, 8.375 euro per licenziamento illegittimo, 9.500 euro di assistenza alla transizione del lavoratore e 50.000 euro di risarcimento supplementare. Inoltre, l’azienda deve pagare al lavoratore licenziato 23 giorni di ferie non goduti, l’indennità di ferie dell’8% prevista dalla legge ed eventualmente un’ulteriore sanzione per la mancata presentazione della busta paga di agosto. Chetu Inc. deve anche coprire circa 585 euro per le spese processuali e le spese legali del ricorrente e sarà anche responsabile degli interessi di mora.
Il tribunale nella sentenza emessa a fine settembre e pubblicata lo scorso mercoledì, ha anche dichiarato non valide le clausole di non concorrenza e di riservatezza contenute nel contratto di lavoro.
Entrambe le parti nelle cause civili nei Paesi Bassi in cui la sentenza è superiore a 1.750 euro, possono presentare appello entro tre mesi dalla sentenza del tribunale.
La filiale di Rijswijk di Chetu Inc. come risulta dai registri, una settimana dopo il licenziamento del ricorrente, è stata cancellata dalla Camera di Commercio e chiusa il 2 settembre 2022. La filiale è stata registrata per la prima volta nei Paesi Bassi il 1° giugno 2013 con un capitale dichiarato di 10 milioni di euro.
Forbes riporta che Atal Bansal indicato come direttore della filiale olandese, è il fondatore e amministratore delegato della società negli Stati Uniti.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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