Resina cinese da 1 dollaro efficace per contrastare l’arma laser da un miliardo di dollari degli Stati Uniti

Il laser è una delle armi più avanzate e temute del ventunesimo secolo, in grado di distruggere o disabilitare satelliti, droni, missili e altri obiettivi strategici con una precisione e una velocità senza precedenti.
Gli Stati Uniti sono all’avanguardia nello sviluppo di queste armi, avendo già schierato il primo sistema laser operativo sulla nave USS Ponce nel 2014 e annunciato la costruzione del laser più potente del mondo, capace di emettere impulsi di terawatt della durata di appena 200 femtosecondi, rispetto a un massimo di 150 kilowatt per i sistemi precedenti.
La Cina non si è lasciata intimidire dalla superiorità tecnologica americana, continua a investire ingenti risorse nella ricerca e nello sviluppo di armi spaziali e laser. Il sito South China Morning Post riporta che i ricercatori dell’Istituto di Tecnologia di Pechino guidati da Gao Lihang, professore dell’Istituto di tecnologia di Pechino, hanno sviluppato un nuovo materiale composito in grado di resistere ai raggi laser ad alta intensità.
Il materiale prodotto dai ricercatori cinesi si basa sulla resina fenolica di boro (BPR) è un tipo di resina termoindurente utilizzata in ambito industriale e in quello militare come strato di protezione su missili e droni ad alta velocità, ha la capacità di resistere a temperature molto elevate, fino a 1000° C, questa resina è ottenuta per reazione tra fenolo e formaldeide, con l’aggiunta di boro come agente reticolante. Il boro conferisce alla resina una maggiore stabilità termica e chimica, oltre a migliorare le proprietà meccaniche e ignifughe.
La resina fenolica di boro (BPR) ha un basso costo di produzione, ha diverse applicazioni in ambito industriale, soprattutto nel settore aerospaziale, automobilistico e nucleare, alcuni esempi di prodotti realizzati con questa resina sono: componenti per motori a reazione, scudi termici, freni ad alta prestazione, rivestimenti per reattori nucleari e materiali compositi rinforzati con fibre.
I ricercatori cinesi hanno aggiunto alla resina fenolica di boro (BPR) alcuni composti inorganici, come il carburo di silicio, il biossido di zirconio e la nanopolvere di nerofumo, per creare un nuovo composito chiamato BPR-1.
I ricercatori cinesi nei loro esperimenti, hanno applicato un rivestimento di 2,5 mm della resina BPR-1 appena prodotta e l’hanno testata per 15 secondi contro un impatto di fascio laser per armi. La densità di potenza del laser era di 500 watt per cm2, che è molto più intensa di quella normalmente utilizzata per colpire un missile balistico.
Il sito South China Morning Post sottolinea che un raggio laser di un’arma da tre megawatt avrebbe teoricamente una densità di potenza di 300 watt per centimetro quadrato. L’esercito americano nonostante tutti i suoi progressi nello spazio, ha presentato solo armi laser da 300 kilowatt e le armi laser da megawatt sono attualmente in fase di sviluppo.
I ricercatori cinesi hanno detto che dopo il test di 15 secondi, la superficie posteriore del rivestimento ha mostrato una temperatura superficiale di 230° C, che è di gran lunga inferiore al punto di fusione di 400° C dell’alluminio utilizzato per le applicazioni aerospaziali.
I ricercatori hanno anche trovato materiale simile al vetro fuso attraverso la zona interessata dal calore, che ritengono sia stato probabilmente creato dai composti aggiunti nel BPR-1.
I cinesi visto che gli Stati Uniti ogni anno spenderanno presumibilmente un miliardo di dollari in armi laser, sembra che abbiano trovato una resina a basso costo per contrastare la tecnologia in arrivo. Gli Stati Uniti per potenziare il laser, saranno costretti a investire di più in ricerca e sviluppo, ma questo ritarderebbe il loro obiettivo di usare le armi laser al più presto.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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