L’olfatto degli esseri umani sta gradualmente diventando meno sensibile

Le variazioni nei geni per i recettori dell’olfatto recentemente scoperti per il muschio e l’odore delle ascelle, si aggiungono a un numero crescente di ricerche che suggeriscono che l’olfatto degli esseri umani sta gradualmente diventando meno sensibile. Sijia Wang dell’Accademia cinese delle scienze e Joel Mainland del Monell Chemical Senses Center hanno riportato questi risultati in un nuovo studio pubblicato il 3 febbraio 2022 nella rivista PLOS Genetics.
Ognuno sperimenta gli odori a modo suo: lo stesso profumo può essere piacevole, troppo intenso o addirittura impercettibile a nasi diversi. Gli scienziati possono combinare queste differenze nella percezione dell’odore con la genetica di una persona per scoprire il ruolo di vari recettori dell’odore.
I ricercatori nel nuovo studio, hanno esaminato i genomi di 1.000 cinesi Han per trovare variazioni genetiche legate al modo in cui i partecipanti percepivano 10 diversi profumi, quindi, per confermare i loro risultati, hanno ripetuto l’esperimento per sei odori in una popolazione etnicamente diversificata di 364 persone. Il team ha identificato due nuovi recettori, uno che rileva un muschio sintetico utilizzato nelle fragranze e un altro per un composto nell’odore delle ascelle umane.
I partecipanti hanno fornito diverse versioni dei geni dei recettori di odore muschio e ascella, e queste variazioni genetiche hanno influenzato il modo in cui la persona ha percepito gli odori. I ricercatori in combinazione con i risultati precedentemente pubblicati, ritengono che le persone con le versioni ancestrali (la versione condivisa con altri primati non umani) dei recettori di odore tendono a valutare l’odore corrispondente come più intenso, questi risultati supportano l’ipotesi che la sensibilità dell’olfatto degli esseri umani e di altri primati si è degradata nel tempo a causa dei cambiamenti nell’insieme dei geni che codificano per i nostri recettori dell’olfatto.
L’analisi genetica ha anche identificato tre associazioni tra i geni per i recettori degli odori e gli odori specifici che gli scienziati avevano precedentemente segnalato, questi studi precedenti includono principalmente partecipanti caucasici. I nuovi risultati dell’Asia orientale e di popolazioni diverse suggeriscono che la genetica alla base della capacità di rilevare gli odori rimane costante tra persone di diversa estrazione.
I ricercatori in conclusione hanno detto:
«Le scansioni dell’intero genoma hanno identificato nuove varianti genetiche associate alla percezione degli odori, fornendo supporto all’ipotesi che nel tempo il repertorio dei recettori olfattivi dei primati sia degenerato».

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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