Biomarcatori di lesioni cerebrali riscontrati in soggetti che soffrono di Covid da molto tempo

Il nuovo studio pubblicato nella rivista Nature Communications ha evidenziato che alla base dei sintomi riferiti dalle persone affette lungo Covid, potrebbe essere presente una specie di lesione cerebrale. La possibilità di adattare i test e le terapie in base a tale condizione, potrebbe favorire i progressi nella lotta contro questa patologia.
Il team di ricercatori dopo aver analizzato 203 pazienti ricoverati in ospedale con Covid-19 o con i sintomi ad essa associati, confrontando i risultati con quelli di 60 persone non affette dall’infezione, hanno notato livelli elevati di quattro biomarcatori di lesioni cerebrali segni chiave di cambiamenti biologici – in coloro che avevano contratto il Covid-19. Inoltre, due di questi segni di lesioni cerebrali persistevano nella fase di guarigione, suggerendo che continuassero anche dopo il termine di guarigione. I livelli di questi due biomarcatori erano ancora più elevati nelle persone che avevano subito complicazioni neurologiche a causa del Covid-19.
Benedict Michael neuroscienziato dell’Università di Liverpool nel Regno Unito ha affermato:
«Il nostro studio dimostra che i marcatori di lesioni cerebrali sono presenti nel sangue mesi dopo il Covid-19, in particolare in coloro che hanno avuto una complicazione cerebrale indotta dal contagio, queste complicazioni cerebrali associate al Covid-19 variano da lievi mal di testa a potenzialmente letali convulsioni, ictus ed encefalite. Come dimostrato da precedenti ricerche, le conseguenze possono essere di lunga durata».
Benedict Michael e il suo team ritengono che le risposte anomale del sistema immunitario dell’organismo possano essere la causa dei segni di lesione osservati. Hanno affermato:
«Se riuscissimo a scoprire di più su queste risposte e su come vengono innescate, potremmo sviluppare nuovi trattamenti. È ormai chiaro che il Covid-19 ha un certo ruolo nell’influenzare il sistema nervoso, in alcuni casi questo impatto può continuare per un periodo prolungato. Il nuovo studio dimostra che gli effetti possono essere simili a quelli delle lesioni cerebrali. Le caratteristiche cliniche delle nostre coorti di partecipanti e l’innalzamento dei marcatori di lesioni cerebrali forniscono prove di lesioni neurologiche sia acute sia in corso».
Il team di ricercatori sono già al lavoro per dare seguito al loro studio, l’intento è di capire come i danni causati dal Covid-19 e l’infiammazione associata, possano portare a problemi cognitivi e di salute mentale più avanti nel tempo.
Si pensa che decine di milioni di persone in qualche forma convivano con il lungo Covid, eppure non è ancora una condizione di cui si sa molto. Gli studi continuano a cercare di individuare modelli di prevalenza, alla fine dovrebbero fornire maggiori indizi su come combatterla.
Leonie Taams immunologa del King’s College di Londra nel Regno Unito, in conclusione ha affermato:
«Questo lavoro può aiutare a gettare le basi per chiarire i possibili meccanismi alla radice di queste complicazioni».

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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