La N-acetilglucosamina ripristina la funzione neurologica nei pazienti con sclerosi multipla

Il team di ricercatori della UCI School of Medicine ha scoperto che uno zucchero semplice, la N-acetilglucosamina, riduce molteplici marcatori di infiammazione e neurodegenerazione nelle persone che soffrono di sclerosi multipla (SM). Inoltre, hanno anche scoperto che questo integratore alimentare migliora la funzione neurologica nel 30% dei pazienti.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità riporta che la sclerosi multipla (SM) colpisce più di 1,8 milioni di persone e, sebbene esistano trattamenti per prevenire le ricadute e migliorare la qualità della vita, non esiste una cura.
Lo studio “La N-acetilglucosamina inibisce l’infiammazione e i marcatori di neurodegenerazione nella sclerosi multipla: uno studio meccanicistico”, è stato pubblicato nella rivista Journal of Neuroinflammation.
Il team di ricercatori composto da Michael Demetriou (capo della Divisione di Sclerosi Multipla e Neuroimmunologia presso UCI School of Medicine, è il ricercatore principale dello studio); Michael Y. Sy, (direttore della Neuroimmunology Fellowship presso la UCI School of Medicine, è il primo autore dello studio); Barbara Newton (scienziata del progetto presso l’UCI, è il secondo autore dello studio), hanno sottolineato che uno dei problemi principali delle attuali terapie per la sclerosi multipla (SM) è l’incapacità di trattare la neuroinfiammazione cronica attiva nel cervello e l’associata incapacità di riparare la perdita di mielina che copre e protegge gli assoni, i “cavi elettrici” del cervello. Ciò nel tempo porta a danni permanenti alle cellule nervose e a una lenta e progressiva perdita della funzione neurologica nei pazienti.
Michael Demetriou professore di neurologia, microbiologia e genetica molecolare presso la UCI School of Medicinale, ha affermato:
«I nostri precedenti studi su topi e esseri umani implicavano la N-acetilglucosamina nella soppressione dell’infiammazione cerebrale, nella promozione della ricrescita della guaina mielinica e nel rallentamento della degenerazione cerebrale».
È questo il primo studio clinico sulla N-acetilglucosamina nei pazienti con sclerosi multipla (SM), avviato per indagare direttamente la sua potenziale attività. Lo studio è stato sviluppato ed eseguito esclusivamente nel Demetriou Lab presso l’UCI School of Medicine e l’UCI Institute of Clinical and Translational Science.
Il team di ricercatori ha scoperto che la N-acetilglucosamina era sicura e riduceva numerosi marcatori di infiammazione e neurodegenerazione nei pazienti con sclerosi multipla (SM), nonostante i pazienti fossero già sottoposti alla terapia immunomodulante Glatiramer Acetate  nota per avere un impatto su questi percorsi al di fuori del cervello.
Michael Y. Sy professore associato di neurologia presso la UCI School of Medicine, ha affermato:
«Abbiamo osservato anche una riduzione prolungata della disabilità neurologica nel 30% dei pazienti, un’attività che non è stata osservata con le attuali terapie approvate dalla FDA, nella migliore delle ipotesi rallentano la progressione, non migliorano la funzione».
I dati suggeriscono che la N-acetilglucosamina ha ridotto la neuroinfiammazione cronica attiva non trattata e/o ha promosso la riparazione della mielina. Il team di ricercatori sottolinea che lo studio non è stato condotto in cieco e quindi futuri studi in cieco e parametri aggiuntivi sono essenziali per convalidare il potenziale della N-acetilglucosamina nel migliorare l’infiammazione cronica attiva residua del cervello, la riparazione della mielina, la neurodegenerazione e la funzione neurologica nella sclerosi multipla (SM).
Michael Demetriou in conclusione ha affermato:
«Studi futuri che dimostrano che la N-acetilglucosamina può ripristinare la funzione neurologica nei pazienti con sclerosi multipla (SM) rappresenterebbero un punto di svolta e fornirebbero qualcosa che nessun’altra terapia attuale può fare».

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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