La durata della vita fino a 140 anni prevista dalla secolare legge di Gompertz

David Mcarthy della Terry College of Business dell’Università della Georgia e il suo ex studente di dottorato Po-Lin Wang, attualmente al Muma College of Business dell’Università della Florida del Sud, nell’articolo “Rinvio e compressione della mortalità in età avanzata nelle coorti umane”, pubblicato nella rivista PLOS ONE, hanno evidenziato che gli esseri umani non hanno ancora raggiunto la loro età massima e che potrebbe anche non essercene una.
I due ricercatori per estrapolare il futuro della longevità umana, senza fare riferimento ad alcuna scienza biologica, sociale o medica, hanno utilizzato la modellazione matematica delle tendenze della longevità.
L’autore di uno studio accademico, di solito, per aiutare a capire su quale corpus di lavoro si sta basando lo studio, nella sezione introduttiva fornisce un contesto sull’argomento dell’articolo, incluse pertinenti citazioni.
La prima citazione nell’introduzione di questo studio è un salmo della Bibbia di Re Giacomo, secondo gli autori indica che gli antichi Ebrei, circa 2.500 anni fa, ritenevano che l’età massima raggiungibile da un essere umano fosse di 80 anni. Poi c’è la citazione di una poesia di Orazio, dalla quale gli autori suggeriscono che gli antichi Romani stimavano la durata massima della vita degli esseri umani a 100 o 110 anni.
C’è poi il riferimento, non citato, all’attuale record di longevità umana di 122 anni, immutato dal 1997, probabilmente riferito a Jeanne Calment, una ricca donna francese che detiene il record verificato della durata di vita più lunga al mondo. Sebbene sia un’età sorprendente da raggiungere, da tempo si prevede che, come eccezione, sia possibile che qualcuno raggiunga questa età. Tale previsione è accompagnata dall’aspettativa che non ci sia nessun altro che gli si avvicini per età, in effetti, la durata di vita accertata più vicina è di ben tre anni inferiore. Attualmente sul pianeta ci sono otto persone di età superiore ai 114 anni, tutte donne, la più anziana ha 116 anni.
È da notare che l’autore principale dello studio, David McCarthy, è membro del comitato editoriale e collaboratore abituale dello Journal of Pension Economics and Finance, si definisce esperto di politica previdenziale.
I modelli matematici sono comunemente utilizzati per stabilire gli obiettivi pensionistici e i premi delle assicurazioni sulla vita. La previsione dell’età di vita delle persone ha una lunga storia nel mondo della finanza. I due autori per la maggior parte di questo studio si sono affidati con ragionevole precisione a una legge matematica del XIX secolo.

Legge di Gompertz
La legge di Gompertz utilizzata nel sopracitato studio per modellare i tassi di mortalità, è una formula matematica di 202 anni fa. La legge afferma che i tassi di mortalità aumentano in modo esponenziale con l’età, significa che dopo i 50 anni il rischio di morte, circa ogni decennio, aumenta di una grandezza. La legge di Gompertz prende il nome da Benjamin Gompertz, un matematico britannico che la propose per la prima volta nel 1825.
Benjamin Gompertz riteneva che il suo modello fosse affidabile solo fino all’età di 85 anni, morì all’età di 86 anni. Tuttavia, a 86 anni, Benjamin Gompertz aveva nove anni in più rispetto all’aspettativa di vita di un uomo nato oggi negli Stati Uniti.
Lo studio dei due ricercatori non coinvolge la biologia nella previsione dell’età massima, tuttavia, conclude con la sola matematica, indicando che le coorti degli anni di nascita degli individui nati dopo il 1950, dovrebbero essere le prime a sperimentare un significativo rinvio nella storica progressione della mortalità.
Lo studio calcolando un tasso di rischio di mortalità fisso per ogni anno successivo, prevede un futuro in cui i record di longevità saranno comunemente battuti dopo il 2073, con alcuni grafici di previsione che arrivano fino a 140 anni.
I ricercatori hanno detto che una combinazione di progressi della medicina e un aumento della popolazione iniziale per anno di nascita, mentre favoriscono l’estensione dell’età massima, la capacità di raggiungere queste durate di vita estreme richiederà molto più delle possibilità statistiche. Richiederà una comprensione molto più approfondita della funzione cellulare, della riparazione del DNA, della mitigazione del cancro e del ringiovanimento dei tessuti. Probabilmente richiederà modifiche genetiche preferenziali, assistite in laboratorio, per dotare il corpo di un genoma in grado di resistere a 140 anni di replicazione cellulare senza mutazioni dirompenti o senescenza, e questa generazione, insieme alle conoscenze richieste, non è ancora nata.

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About Pino Silvestri

Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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