Enorme nuvola di sabbia chiamata “Godzilla” dal Sahara è arrivata in America

Ogni anno, durante l’estate, il vento trasporta grandi nuvoloni di particelle di sabbia del deserto del Sahara in Africa attraverso l’Oceano Atlantico. Ora, grazie ai dati satellitari dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), possiamo vedere con incredibile dettaglio l’estensione della nuvola di sabbia di quest’anno, era un pennacchio insolitamente grande, soprannominato “Godzilla”.
La tempesta di polvere sahariana nota anche come strato d’aria sahariana, si forma tipicamente tra la tarda primavera e l’inizio dell’autunno, con un picco tra la fine di giugno e la metà di agosto. Le particelle di polvere del deserto africano sono trasportate nell’aria secca da forti venti e temporali. La polvere può poi galleggiare per giorni o addirittura settimane. Il fenomeno si verifica ogni anno, ma l’enorme pennacchio ora registrato è descritto come insolito per la sua dimensione e la distanza percorsa.
I ricercatori della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) hanno stimato che l’enorme nuvola di sabbia è tra il 60 e il 70% più polveroso della media, il che lo rende il più imponente da quando i rilevamenti sono iniziati 20 anni fa.
L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha creato un’animazione che mostra la diffusione delle particelle del nuvolone di sabbia sahariana che si muove verso ovest dal 1° al 26 giugno di quest’anno. I dati, acquisiti dai satelliti Copernicus Sentinel e Aeolus dell’ESA, mostrano il nuvolone di sabbia nel suo incredibile viaggio, a circa 2,8 – 6 km sopra il suolo.
I nuvoloni di sabbia sahariana normalmente si disperdono nell’atmosfera e le polveri ricadono nell’Atlantico prima di raggiungere le Americhe, ma quest’anno secondo i dati satellitari non è stato così, la densa concentrazione di polvere dopo aver percorso circa 8.000 chilometri ha raggiunto i Caraibi, il Sud America e gli Stati Uniti (vedi video).
Il satellite Copernicus Sentinel-5P dell’ESA, lanciato nell’ottobre 2017, traccia la mappa degli inquinanti atmosferici utilizzando uno strumento che misura la radiazione di diverse lunghezze d’onda; nel frattempo, il satellite Aeolus, lanciato dall’ESA nell’agosto 2018, traccia la velocità e la direzione del vento in tutto il mondo.
Il satellite Aeolus è il primo a acquisire i profili del vento terrestre su scala globale, fornisce anche informazioni sulla distribuzione verticale degli strati di aerosol e delle nubi. La combinazione di dati permette agli scienziati di migliorare la loro comprensione dello strato d’aria sahariano e permette ai meteorologi di fornire migliori previsioni sulla qualità dell’aria.
La polvere di sabbia che viaggia dal deserto del Sahara mentre può essere una minaccia per la nostra salute, scatenando allarmi sulla qualità dell’aria, è anche molto importante per gli ecosistemi. La polvere di sabbia è una fonte chiave di nutrienti per le piccole alghe note come fitoplancton che vivono alla deriva sulla superficie dell’oceano. I minerali della polvere di sabbia cadono nell’oceano, innescando la fioritura delle alghe che si formano sulla superficie dell’oceano, fornendo cibo alla vita marina.
La polvere di sabbia allo stesso tempo è anche molto importante per la vita nella regione amazzonica, reintegrando le sostanze nutritive nei terreni della foresta pluviale che altrimenti si esaurirebbero a causa delle frequenti piogge nella regione. Gli strati polverosi dell’aria hanno dimostrato di essere utili anche nel limitare lo sviluppo di uragani e tempeste nell’oceano Pacifico.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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