Nuova tendenza: utilizzare l’intelligenza artificiale per far rivivere i propri cari

La perdita di una persona cara può essere devastante e difficile da superare, molte persone vorrebbero poter avere un’altra occasione di conversazione con la persona che è venuta a mancare, per esprimere i propri sentimenti, per risolvere i propri conflitti o per dirle addio. Ma che cosa succederebbe se la tecnologia potesse renderlo possibile?
La nuova tendenza a utilizzare l’intelligenza artificiale (AI) per creare chatbot che imitano la personalità e i ricordi del defunto, sta emergendo in Cina e in altre località nel mondo, questi chatbot, noti anche come “griefbot” (la parola deriva dai termini inglesi grief e bot, significa letteralmente robot del lutto), si basano sull’impronta digitale del defunto, come foto, registrazioni, messaggi e post sui social media. Alimentando questi dati con un modello linguistico, come ChatGPT, il chatbot può generare risposte realistiche che assomigliano a come la persona avrebbe parlato e pensato. Il fenomeno come si può leggere di seguito è sempre più diffuso.
Chen Weiwei, un uomo di 35 anni di Shanghai, ha usato un’applicazione chiamata HereAfter per registrare la sua voce e le sue storie per i futuri figli. Ha dichiarato al China Daily di voler lasciare qualcosa alla sua famiglia nel caso in cui inaspettatamente dovesse morire.
Yu Jialin, ingegnere informatico di Hangzhou, ha addestrato un chatbot con i vecchi messaggi di suo nonno, ha utilizzato la tecnologia di sincronizzazione labiale per ricreare il volto e la voce di suo nonno. Ha dichiarato alla rivista Sixth Tone di voler rivedere suo nonno e scusarsi per essere stato scortese con lui quando era in vita.
Eugenia Kuyda, cofondatrice di Replika una start-up di intelligenza artificiale a San Francisco, ha creato un chatbot del suo amico Roman Mazurenko, morto in un incidente stradale nel 2015. Ha condiviso il chatbot con gli amici e i familiari di Roman, che lo hanno trovato confortante e convincente. Ha anche creato il suo stesso chatbot e gli ha dato accesso ai suoi dati personali, in modo che potesse continuare le sue conversazioni dopo la sua morte.
James Vlahos, giornalista e autore californiano, ha creato un chatbot del padre, morto di cancro ai polmoni nel 2017. Ha utilizzato le interviste e gli scritti del padre per addestrare il chatbot, che ha chiamato Dadbot. Ha dichiarato alla rivista Wired di voler preservare la voce e la saggezza di suo padre per sé e per i suoi figli.
Hossein Rahnama, professore e imprenditore di Toronto, ha sviluppato un progetto chiamato Augmented Eternity, un “aldilà digitale” che consente alle persone di creare una versione digitale di se stessi in grado di interagire con i propri cari dopo la morte. Il mezzo di trasmissione può essere un’interfaccia di conversazione come un chatbot, un assistente vocale come Siri o un insieme di storie o narrazioni. Hossein Rahnama ritiene che questa tecnologia possa aiutare le persone ad affrontare il lutto e la perdita, offrendo loro l’opportunità di comunicare con i propri cari anche dopo la loro scomparsa.
L’ascesa dell’intelligenza artificiale generativa ha reso i griefbot più accessibili e potenti che mai. Tuttavia, essi pongono anche serie sfide etiche e psicologiche, alcuni esperti avvertono che potrebbero interferire con il naturale processo di elaborazione del lutto e creare legami o dipendenze malsane; altri mettono in dubbio il consenso e la privacy dei morti e dei vivi e il potenziale uso improprio o abuso dei loro dati. Inoltre, alcuni critici sostengono che i griefbot siano un’industria dell’aldilà orientata al profitto che sfrutta le emozioni e le vulnerabilità delle persone.
I griefbot sono un nuovo modo di comunicare con i defunti che solleva molte domande sul ruolo della tecnologia nella nostra vita e nella nostra morte. Offrono sia opportunità sia rischi per le persone che cercano conforto per la perdita dei loro cari. Il fatto che siano utili o dannosi dipende da come vengono utilizzati e regolamentati.

Avatar photo

About Pino Silvestri

Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
View all posts by Pino Silvestri →