Il Mago di Arcore, prevede, e provvede (vignetta)

Il Mago di Arcore è sicuro di avere le carte giuste per continuare a fare il Mago

La parola virtuosa attorno a cui gira tutta la nuova politica italiana è “dialogo”. Che tradotto significa: riconoscimento reciproco, legittimazione politica. E in nome di questa pace forzosa l’opposizione per meritarsi l’attenzione della maggioranza certamente non alzerà i toni, non accuserà il governo per abuso di potere se legifererà anche in nome del Cavaliere. In questa nuova stagione politica, definita III Repubblica, la moralità del Presidente del Consiglio non è più in discussione: è roba da comunisti, ricordarglielo. Questa cosiddetta III Repubblica deve caratterizzarsi come una legislatura costituente per fare le grandi riforme condivise, anche a costo di sembrare culo e camicia o pappa e ciccia. Anche a costo di far “finta” di opporsi. Perché è proprio cosi: se i programmi elettorali erano sovrapponibili per tanto che erano uguali rispetto alle politiche sociali ed economiche come negare che opporsi è solo
un gioco, una parte in commedia?

Rottamati
Davvero si vuole risolvere i drammatici problemi dei giovani precari, del potere d’acquisto delle famiglie, dei bassi salari dei lavoratori, delle pensioni, dell’immigrazione con politiche rivolte solo alla crescita alla produttività e alla repressione alla “militarizzazione” del paese?  Lo zuccherino della cancellazione dell’ICI, della detassazione degli straordinari e della ristrutturazione dei mutui-casa sono espedienti di una politica reazionaria che addomestica le coscienze lasciando del tutto invariata la soluzione del problema dei problemi: la classe media si sta proletarizzando! Se non si mette mano alla detassazione fiscale dei salari e degli stipendi il reddito dei lavoratori e delle famiglie non crescerà mai. Se non si aprono lotte salariali forti, per portare il reddito dei lavoratori a livelli europei, il reddito delle famiglie non si adeguerà mai al valore crescente delle merci che accelera anche per colpa della speculazione di un mercato finanziario drogato.

Rottamatori grazie ai trucchi del Mago…
E’ stato dimostrato che la crescita negli ultimi 10 anni ha arricchito le imprese: la ricchezza prodotta è andata per il 95% al capitale e solo il 5% di questa è andata ai lavoratori, alla forza lavoro! Il valore della forza lavoro è valutato meno del valore della merce che viene prodotta, perché gli stipendi al massimo crescono ogni biennio dell’inflazione programmata che è più bassa dell’inflazione reale (politica dei redditi del 1993), mentre il prezzo delle merci cresce del doppio dell’inflazione reale. Siamo al gioco delle tre carte. E non c’è nessuno oggi tra il personale politico che ci dice che il “banco” è truccato. Eppure tutti si prodigano oggi giorno di ricordarci che i salari possono aumentare solo se aumenterà la produttività. Ma chissà perché questa originalità economica vale solo per i lavoratori e non per i politici! Se è un principio – e non lo è – perché allora non indicizziamo anche le indennità parlamentari al tasso di crescita economico annuale?! E perché non introdurre il divieto di cumulo come negli Stati Uniti?

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