I Musei, luoghi ideali per sferrare attacchi chimici

Il Museo del Louvre di Parigi, uno dei più  famosi musei al mondo, è stato il luogo dove l’ho incontrato. Meno famoso, ma famoso lo sarà a breve, dopo che avrò parlato di lui, è Peter Brimblecombe, un chimico atmosferico che ha voluto a tutti i costi incontrarmi a Parigi, all’interno del Museo Louvre, per mettermi al corrente di un pericolo, silenzioso e invisibile, che solo il suo "fiuto" poteva intercettare.
Un breve incontro per fornirmi la prova della minaccia in atto che si sta propagando alla velocità del vento: i musei, alla prova dei fatti, devono essere considerati luoghi ideali per attacchi chimici.
"Vedi questa folla che si aggira nel museo? – mi ha detto Peter – ho scoperto con il mio fiuto che in mezzo a loro si nascondono dei terroristi armati di armi chimiche. Entrano nel museo, girano nelle varie stanze e innescano le loro bombe mentre camminano. Puoi constatare gli effetti devastanti delle loro azioni, guardando la patina di colore troppo bruno sul viso ormai danneggiato della Gioconda".
Allarmato ho chiesto altri dettagli sui componenti chimici usati dai terroristi e Peter Brimblecombe, dopo essersi sincerato che nessuno dei presenti era all’ascolto, mi ha sussurrato: "Fagioli borlotti, aglio cipolla e alito cattivo. Sono queste le bombe chimiche usate da questi maleducati visitatori, veri terroristi, che entrano nei Musei per procurare  solo danni".

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