Nella mia relazione conclusiva, consegnata alla Commissione Scuola del Ministero guidato dalla Letizia Moratti, ho spiegato che per la nuova riforma della scuola, basata all’insegna dell’informatica e della lingua inglese, sin dalle elementari, non può essere adottata la metodologia rivoluzionaria del Maestro Li Yang, come nuovo modello didattico, per insegnare l’inglese nelle scuole italiane.
Su mandato della suddetta Commissione, sono stato a Pechino, dove ho avuto modo di vedere all’opera, il Maestro Li Yang, nelle varie fasi d’insegnamento della lingua inglese, con il metodo da lui denominato “Crazy English”. Il “gurù” della nuova metodologia, è solito assumere le vesti di un predicatore e i suoi particolari corsi d’inglese li propone dinanzi a folle oceaniche di studenti che si riuniscono in enormi stadi di calcio. Ho chiesto ad un’interprete, per quale motivo il Maestro usa impartire le sue lezioni in luoghi come gli stadi e non nelle canoniche aule scolastiche. L’interprete mi ha risposto che il “gurù”, per vincere la timidezza degli studenti cinesi, apprensivi di fare brutte figure nel pronunciare frasi in inglese, durante le lezioni in normali aule scolastiche, hanno apprezzato l’idea geniale del Maestro che ha scelto di portali in enormi stadi e in questo modo, renderli disinibiti e farli urlare, tutti insieme, frasi e slogan dette da lui.
Al mio rientro in Italia, prima di consegnare la relazione conclusiva al gruppo alla Commissione diretta dalla Moratti, ho chiesto ed ottenuto di far entrare allo stadio, migliaia di giovani studenti italiani, per testare il metodo “Crazy English” del Maestro Li Yang. Purtroppo il test non ha superato la prova del “campo” perché un pseudo “gurù” che doveva fare le veci del Maestro Li Yang, iniziava la sua “lezione”, indirizzando delle invettive verso il campo di gioco, fomentando tutte le migliaia di studenti assiepati nella curva, che lo seguivano e ripetevano a gran voce, in un maccheronico “Crazy Italian” la seguente frase: Letizia, Letizia, vai a far la pizza!