Scoperto l’antidoto per il veleno del fungo Amanita phalloides il più letale del mondo

I ricercatori hanno affermato che un colorante medico già ampiamente utilizzato, ha ridotto nei topi gli effetti velenosi del fungo Amanita phalloides, comunemente noto come il “cappello della morte”, alimentando le speranze del primo antidoto mirato per il fungo più mortale del mondo.
Il team di ricercatori cinesi ha affermato che il colorante, che deve ancora essere testato come antidoto sugli esseri umani ma per altri usi è già stato approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense, ha il potenziale per “salvare molte vite”.
Il fungo Amanita phalloides è un fungo velenoso, contiene una tossina chiamata α-amanitina, danneggia il fegato e le reni: solo in Cina, tra il 2010 e il 2020 sono stati segnalati quasi 40.000 casi di malattia e 788 decessi per avvelenamento da Amanita phalloides. La mortalità è stimata tra il 10 e il 30%. I sintomi dell’avvelenamento si manifestano dopo 6-12 ore dall’ingestione e comprendono vomito, diarrea, dolore addominale e ipoglicemia.
Il fungo Amanita phalloides ha un cappello di colore variabile da grigio-giallastro a verdastro o giallo-bruno, con frammenti di velo bianco e membranoso. Il gambo è bianco, spesso con zebrature simili al colore del cappello, e ha una volva bianca a forma di sacco alla base. Il fungo cresce in associazione con alcune piante, come querce, castagni e faggi. È molto importante saper riconoscere il fungo Amanita phalloides e non confonderlo con altre specie commestibili o meno tossiche, come l’Amanita caesarea o l’Amanita citrina.
Il team di ricercatori per il nuovo studio pubblicato nella rivista Nature Communications, hanno cercato di prendere di mira l’α-amanitina, la principale tossina prodotta dai funghi. Hanno utilizzato lo screening CRISPR dell’intero genoma, una tecnica relativamente nuova che ha aiutato i ricercatori a comprendere il ruolo svolto da geni specifici nelle infezioni e negli avvelenamenti.
Il team di ricercatori precedentemente aveva utilizzato la tecnologia per trovare un potenziale antidoto per la Chironex fleckeri, più nota come vespa di mare o medusa scatola, è uno degli animali più velenosi del mondo, può uccidere addirittura in un minuto. È un esemplare di questa specie che in vacanza ha ucciso nelle Filippine una bambina romana di 7 anni, Gaia Trimarchi, morta per una grave reazione allergica dopo essere venuta a contatto con una medusa durante un bagno in mare. Venire a contatto con i tentacoli, che possono essere lunghi anche tre metri, può essere, infatti, letale.
Lo screening CRISPR ha identificato nella proteina STT3B uno dei principali responsabili degli effetti tossici dell’avvelenamento da Amanita phalloides (“cappello della morte”). Il team di ricercatori ha cercato in un database di farmaci già approvati dalla FDA statunitense e ne ha trovato uno potenzialmente in grado di bloccare la proteina.

Scoperta inaspettata
La scoperta inaspettata dell’antitodo per il fungo Amanita phalloides riguarda il Verde indocianina, una tricarbocianina da decenni somministrata per via endovenosa negli Stati Uniti, in Europa e altrove, impiegata nelle indagini diagnostiche della gittata cardiaca (quantità di sangue pompata dal cuore in un minuto), della funzionalità epatica e dell’irrorazione sanguigna epatica. Viene inoltre impiegata nella determinazione del volume plasmatico e dei parametri emodinamici di vari organi tra cui il rene, gli occhi e i polmoni.
Qiaoping Wang, ricercatore dell’Università cinese Sun Yat-sen, autore dello studio ha dichiarato:
«Il team di ricercatori alla scoperta di questa inaspettata correlazione, comprensibilmente è stato colto di sorpresa. L’antitodo è stato testato prima su cellule epatiche in una piastra di Petri e poi su topi, in entrambi i casi, ha dimostrato un potenziale significativo nel mitigare l’impatto tossico dell’avvelenamento da funghi, questa molecola ha un potenziale immenso per il trattamento dei casi di avvelenamento da funghi nell’uomo, potrebbe rappresentare il primo antidoto specifico con una proteina mirata, potrebbe salvare molte vite se la sua efficacia negli esseri umani sarà pari a quella dei topi».
Il team di ricercatori ora intende condurre esperimenti sugli esseri umani utilizzando il colorante Verde indocianina come antidoto al fungo Amanita phalloides.
È stato utilizzato in precedenza un estratto dei semi di cardo mariano, chiamato silibinina, per trattare l’avvelenamento da Amanita phalloides (“cappello della morte”), ma non è ancora chiaro come funzioni esattamente.