Quando ho chiamato una mia amica che vive a Sanremo, per salutarla ed auguragli una buona vacanza, mi ha risposto con voce tremolante e preoccupata. Conoscendola bene, mi sono subito allarmato e gli ho chiesto se aveva qualche problema con il suo ragazzo o con la sua famiglia. Niente problemi con i miei e neanche con il mio ragazzo, sono preoccupata perchè da alcuni giorni non posso andare al mare perchè quì a Sanremo l’ha vietato il sindaco per problemi di sicurezza. Mi ha spiegato che una strana polvere di colore rosa con smagliature bianche era stata trovata l’altro ieri mattina sul bagnasciuga dove nottetempo, erano state viste aggirarsi due donne ultracinquantenni, che armeggiavano con alcune bombolette spray, con l’intento di cospargersi le gambe con lo strano spruzzo che fuoriusciva dalle bombolette, ma per imperizia delle due donne, il getto veniva indirizzato verso il bagnasciuga senza colpire le gambe. I guardiani dello stabilimento le avevano individuate vedendole con i binocoli a raggi infrarossi e si erano mossi prontamente per bloccarle ma le due donne erano riuscite a far perdere le loro tracce nell’oscurità della notte. Giunti sul posto i guardiani avevano subito notato quella strana schiuma di colore rosa bianco che copiosa aveva coperto alcuni metri di spiaggia. Avvertite le autorità investigative e il sindaco è scattato il divieto di balneazione che fino a nuovo ordine, impedirà a tutti di andare al mare. Ecco, mi ha detto, il motivo di questa mia voce preoccupata. Appena ha terminato il suo racconto, sono scoppiato in una fragorosa risata che ha indispettito la mia amica: non l’avevo mai sentita così adirata, mi ha mandato subito a quel paese e la sentivo urlare una sventagliata di parolacce; io continuavo a ridere, non riuscivo a smettere e lei accompagnando l’ultima parolaccia, aveva staccato la comunicazione, spegnendo il cellulare. Ho impiegato più di due ore prima di riuscire a farla rispondere nuovamente al cellulare. Mi ha risposto con un vaffa ancora pieno di rabbia, allora io ho cercato subito di calmarla dicendogli se era interessata a conoscere il motivo della mia risata che l’aveva tanto indispettita. Quando ho capito che si era calmata gli ho raccontato che anche la zia di un mio amico faceva uso di quel tipo di bomboletta giapponese e anche lei inizialmente aveva avuto difficoltà ad usarla e la prima volta aveva riempito il suo bagno di schiuma color rosa. Quel giorno avevo accompagnato di corsa il mio amico a casa di sua zia che terrorizzata lo aveva chiamato al telefono. Quando arrivammo a casa, trovammo il bagno pieno di schiuma rosa color bianco smagliante e una bomboletta dove in giapponese con la traduzione in italiano si leggeva che conteneva un nuovo prodotto rivoluzionario per le donne che sostituiva in tutto e per tutto un indumento femminile e che per usarlo, bastava spruzzarlo sulle gambe, pronunciando in giapponese la frase: OMSA CHE GAMBE!