La mia città è Auckland in Nuova Zelanda. Purtroppo la crisi dell’occupazione riguarda tutto il globlo ed anche quì non è facile trovare lavoro. Laureata in “lingue”, mi ero iscritta all’Ufficio di Collocamento e da circa un anno attendevo una chiamata di lavoro. All’inizio contavo solo i giorni, poi le settimane, infine i mesi. Niente, nessuna chiamata! Ormai avevo perso ogni speranza, era quasi un anno che ero iscritta a quell’Ufficio di Collocamento e per il mio impiego non avevano trovato nulla di soddisfacente. Ieri è arrivata la tanto attesa chiamata. Sono stata contattata ed informata che avevano trovato un ottimo lavoro per me e dovevo presentarmi nei loro uffici per firmare il contratto. Alle 8 di questa mattina sono andata di corsa all’Ufficio di Collocamento e quando sono arrivata, ho trovato una decina di ragazze che parlavano tra di loro in modo affettuoso ed attendevano il loro turno per firmare il contratto di assunzione. Quando l’ultima di queste ragazze che mi precedevano è uscita dalla stanza, ho avuto un tuffo al cuore; era giunto il mio momento, quello che avevo atteso da circa un anno e che nel giro di qualche minuto si sarebbe concretizzato con la mia prima assunzione. Ero già dentro alla stanza, seduta di fronte ad una sorridente ed affabile signora che mi chiedeva: esperienze di lavoro? Nessuna, la mia risposta. Non preoccuparti, abbiamo personale femminile qualificato che ti insegnerà tutto ciò che dovrai sapere. Leggi le condizioni del contratto e dopo che le hai letto, firma e sei assunta. Che gioia, stavo per essere assunta dopo un anno di snervanti attese e il tutto senza dover cambiare città o paese. Avevo appena iniziato a leggere le condizioni di quel contratto e mi è crollato il mondo addosso: ma che cavolo di lavoro mi avete trovato? siete impazziti? La signora guardandomi meravigliata rispondeva: senti, non fare la schizzinosa, in questo momento è l’unico lavoro disponibile che abbiamo per una laureata in lingue. Gli ultimi 10 posti per fare la velina o la letterina, li abbiamo dati a quelle ragazze che ti anno preceduto. Mi sono alzata, l’ho guardata in faccia e gli ho sparato un gran fuckyou! Soddisfatta per averglielo detto, con un sorriso grande stampato in faccia, sono uscita dalla stanza. Fuori stazionavano altre ragazze in attesa del loro turno e vedendomi uscire con quel gran sorriso, salutandomi, mi dicevano: beata te che sei così felice, auguri per il tuo nuovo lavoro.