Guerra si, guerra no

«Non sono mai stato convinto che la guerra fosse il sistema migliore per arrivare a rendere democratico un paese e a farlo uscire da una dittatura anche sanguinosa. Ho tentato a piu’ riprese di convincere il presidente americano a non fare la guerra. Ho tentato di trovare altre vie e altre soluzioni anche attraverso un’attivita’ congiunta con il leader africano Gheddafi. Non ci siamo riusciti e c’e’ stata l’operazione militare».
Silvio Berlusconi

«Siamo alla pura cialtroneria. È gravissimo. E purtroppo questa ennesima brutta figura danneggia l’Italia: il Paese non merita un premier che, a fini di propaganda elettorale, strumentalizza persino il presidente degli Stati Uniti d’America. È un’altra bugia una delle tante. Ma ciò che colpisce di più è la sensazione di totale naufragio politico che il centrodestra sta trasmettendo in questo finale di legislatura. Non c’è nulla che dia l’idea di un’attenzione ai problemi veri del Paese. Fanno una manovrina ogni 15 giorni per regolare i conti con un ex ministro, varano una riforma costituzionale che è solo un assegno post-datato fasullo per Bossi, presentano una legge elettorale che gli serve solo a limitare i danni della sconfitta, cercano di salvare Previti con un’altra norma ad personam, e adesso raccontano menzogne persino sulla guerra, senza nessun rispetto per la verità, per l’opinione pubblica, per le famiglie dei nostri caduti a Nassiriya».
Massimo D’Alema, in un’intervista a Repubblica.

«Berlusconi in America ha dato una delle sue più spettacolari performance: ieri ha detto che lui è sempre stato contrario alla guerra in Iraq, poi è andato da Bush e ha detto che l’Italia non farà passi indietro. Forse prima o poi dirà che non è nemmeno tanto favorevole al governo Berlusconi».
Francesco Rutelli.

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