Gli Stati Uniti dovrebbero aiutare i nordcoreani a sconfiggere il loro oppressore Kim Jong Un, con le parole, non con le bombe

Thae Yong Ho, ex ambasciatore nordcoreano fuggito in Corea del Sud nel 2016, ha fornito agli Stati Uniti preziose informazioni sul regime nordcoreano, sostiene, ad esempio, che Kim Jong Un da parte di alcuni funzionari nordcoreani non è legittimato perché ha trascorso una parte rilevante della sua infanzia in Svizzera. Alla commissione affari esteri della Camera ha detto:
«I politici statunitensi devono avviare una campagna di propaganda a bassa tecnologia all’interno della Corea del Nord ermeticamente sigillata piuttosto che attaccare militarmente il paese. Non possiamo cambiare la politica del terrore del regime di Kim Jong Un, ma possiamo educare la popolazione nordcoreana a sollevarsi diffondendo informazioni dall’esterno.
Gli Stati Uniti stanno investendo miliardi di dollari per far fronte alla minaccia militare, quanto spende ogni anno per attività d’informazione che riguardano la Corea del Nord? Sfortunatamente, una minima percentuale».
Il Presidente Donald Trump e Kim Jong Un negli ultimi tempi si sono minacciati a vicenda, suscitando timori che possa scoppiare una guerra nucleare. La “guerra dell’informazione” di Thae Yong Ho è un allontanamento da un approccio militare tradizionale. Gli esperti dicono che potrebbe funzionare se gli Stati Uniti, oltre a uno Stato canaglia, impenetrabile con i mezzi moderni, riuscissero a capire che cosa hanno veramente contro.
Ariel Cohen, esperto di sicurezza internazionale del Consiglio Atlantico, ha detto:
«E’ possibile cambiare i cuori e le menti della Corea del Nord, ma richiede uno sforzo mirato da parte della Corea del Sud perché la lingua è molto importante. Dobbiamo saper distinguere l’élite che ha accesso a Internet e se c’è un modo per avvicinare i nordcoreani attraverso la radio. Il contrabbando di libri nel paese potrebbe essere un altro modo per diffondere informazioni ai nordcoreani».

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