Ecco come il Tamigi in 60 anni da biologicamente morto è diventato incredibilmente pulito

Potresti essere sorpreso di apprendere che il Tamigi è considerato uno dei fiumi che attraversa una città tra i più puliti al mondo. Ciò che è ancora più sorprendente è che ha raggiunto tale status solo 60 anni dopo essere stato dichiarato “biologicamente morto” dagli scienziati del Museo di Storia Naturale di Londra. Eppure, nonostante questa straordinaria ripresa, non c’è spazio per l’autocompiacimento: il Tamigi deve ancora affrontare nuove e crescenti minacce dovute all’inquinamento, alla plastica e all’aumento della popolazione.
Il Tamigi scorre per 346 km da Kemble nel Gloucestershire a Southend-on-Sea nell’Essex, dove sfocia nel Mare del Nord. Laddove divide in due Londra, sin dal medioevo ha subito le pressioni dell’espansione del numero di abitanti delle città, in quel tratto il fiume è diventato una discarica, con pozzi neri che perdono e rifiuti scaricati che riducono molti dei suoi affluenti a fogne correnti. Numerosi di questi piccoli fiumi giacciono ora sotto le strade di Londra, a lungo coperti per nascondere i loro cattivi odori: il Fleet affluente del Tamigi, che scorre da Hampstead ed entra nel Tamigi a Blackfriars, è probabilmente il più noto.
La goccia che fece traboccare il vaso fu la calda estate del 1858, chiamata la “Grande Puzza”, quando gli alti livelli di rifiuti umani e industriali nel fiume fecero effettivamente scappare la gente da Londra. L’ingegnere civile Sir Joseph Bazelgette per alleviare il problema fu incaricato di costruire un sistema fognario, che è ancora in uso oggi. Seguì più di un secolo di miglioramenti della rete, compreso l’aggiornamento degli impianti di trattamento delle acque reflue e l’installazione di servizi igienici domestici collegati al sistema.
I bombardamenti sulla città durante la seconda guerra mondiale distrussero parti della rete, permettendo alle acque reflue non depurate di entrare nuovamente nel fiume. Inoltre, poiché il Tamigi si allarga e rallenta attraverso il centro di Londra, le particelle fini di sedimenti dei suoi affluenti si depositano sul letto del fiume, queste erano, e rimangono, pesantemente contaminate con una serie di metalli pesanti provenienti dalle strade e dall’industria, creando un tossico ambiente acquatico.
La maggior parte dei pesci affinché prosperi, l’acqua in cui vivono deve contenere almeno 4-5 milligrammi di ossigeno disciolto per litro (mg/l). Le misurazioni effettuate negli anni ’50 mostravano che i livelli di ossigeno disciolto (DO) nel Tamigi erano appena al 5% di saturazione: l’equivalente approssimativo di 0,5 mg/l, ciò significa che il fiume poteva sostenere solo poche specie di invertebrati acquatici come moscerini e larve di mosca.
I livelli di ossigeno disciolto (DO) lungo i 32 Km del Tamigi che attraversano il centro di Londra, non erano nemmeno misurabili. E dal quartiere di Kew nel sud-ovest di Londra alla città di Gravesend nell’estuario del Tamigi della contea del Kent, nel tratto di 69 km di fiume, nel 1950 nessun pesce fu registrato. Le indagini del 1957 evidenziarono che il fiume non era in grado di sostenere la vita, e il Tamigi fu infine dichiarato “biologicamente morto”.

Cambiare le sorti
Il destino del fiume cominciò a cambiare grazie al considerevole sforzo dei politici, dal 1976, tutte le acque di scarico che entrano nel Tamigi sono state trattate, e la legislazione tra il 1961 e il 1995 ha contribuito a aumentare gli standard di qualità dell’acqua.
La privatizzazione delle compagnie idriche sotto il primo ministro Margaret Thatcher vide nel 1989 anche l’istituzione della protettiva National Rivers Authority, così come l’introduzione del monitoraggio biotico, questo è un sistema di punteggio intelligente che misura l’inquinamento contando i macroinvertebrati – come mosche, lumache o coleotteri d’acqua – trovati in un fiume, poi dando a ogni specie un punteggio secondo la sua tolleranza a bassi livelli di ossigeno disciolto (DO). Bassi punteggi complessivi significano che il fiume non è in grado di sostenere gli organismi che hanno bisogno di ossigeno, quindi è meno sano, di conseguenza, uno dei principali punti di svolta nella salute del Tamigi è stata l’installazione di grandi ossigenatori, o “bubblers”, per aumentare i livelli di ossigeno disciolto (DO).
Thames Water Authority nei primi anni ’80 ha sviluppato un prototipo di ossigenatore basato su una chiatta fluviale, nel 1988 è stato sostituito da un “Thames Bubbler” autoalimentato, e una terza nave è stata varata nel 1999. Insieme, sono responsabili del mantenimento dell’ossigeno a un livello sufficiente per sostenere le crescenti popolazioni di pesci.
La passera di mare è stata ufficialmente la prima specie di pesce a tornare nel Tamigi nel 1967, seguita da 19 pesci d’acqua dolce e da 92 specie marine come il branzino e l’anguilla nell’estuario e nel basso Tamigi. Il ritorno del salmone negli anni ’80 è stato un segnale emozionante per gli ambientalisti, oggi circa 125 specie di pesci sono regolarmente registrate, con specie esotiche come i cavallucci marini che vengono occasionalmente avvistati.
Il recupero del Tamigi in superficie è stato notevole ma rimangono questioni più profonde e irrisolte relative ai sedimenti contaminati che ancora entrano nel fiume, anche se la recessione degli anni ’90 ha visto la perdita di molte industrie che pompavano rifiuti nel Tamigi, i livelli di inquinamento dell’acqua non sono diminuiti significativamente da allora. I metalli pesanti, per esempio, possono rimanere attaccati per molti decenni alle particelle di argilla nei letti dei fiumi, danneggiando o uccidendo gli organismi che li consumano.
La maggior parte degli invertebrati non può sopravvivere o riprodursi in un ambiente così tossico, lasciando le sanguisughe e le larve di mosca a dominare la fauna del fiume, altri contaminanti pericolosi provengono dalle microplastiche e dalle medicine idrosolubili come la Metformina che gli impianti di depurazione non sono in grado di filtrare. L’impatto di questi farmaci sulla vita acquatica è sconosciuto.
È stato evidenziato che sia le fognature sia gli scarichi delle acque di superficie nella grande Londra sono sovraccarichi di un sistema originariamente progettato per meno di cinque milioni di persone, ma ora usato da oltre dieci milioni. Attualmente, una nuova “super fogna” di 25 km è in costruzione sotto Londra per gestire questo aumento di carico, anche se ci si aspetta che sia completata entro il 2025, non sarà sufficiente da sola. Sono necessari anche più investimenti in nuove infrastrutture di drenaggio in tutta la città per impedire i danni delle sempre più frequenti mareggiate e tracimazioni, se si vuole evitare di danneggiare la salute faticosamente guadagnata dal fiume simbolo di Londra.

Tamigi fiume tra i più puliti