Il film documentario Watermark riguarda la storia e l’uso dell’acqua, grazie ai droni ci porta su una gigantesca diga cinese, le fontane coreografiche alla Bellagio di Las Vegas, un fiume inquinato accanto alla fabbrica in Bangladesh, un pellegrinaggio al Gange in India.
Watermark non è un tipico documentario ambientale. Non c’è quasi narrazione, nessun riferimento politico, ha solo l’attenzione di mostrare come gli esseri umani usano l’acqua e la forma dei nostri sistemi idrici.
L’acclamata regista Jennifer Baichwal e il fotografo di fama mondiale Edward Burtynsky in questo video raccontano la realizzazione del film in cinque anni di viaggi in tutto il mondo. Jennifer Baichwal ha detto:
«Per usare una metafora stavamo cercando di creare un’esperienza in cui lo spettatore è immerso in momenti esistenziali che stanno accadendo in tutto il mondo, che rappresentano un qualche tipo di rapporto con l’acqua».
Il fotografo, Edward Burtynsky ha aggiunto:
«Una delle cose che ha reso possibile realizzare il film è stata la tecnologia, in particolare i droni. In Cina, l’unico modo per ottenere un elicottero è di fare un accordo con i militari. Ci vogliono mesi per ottenere il nulla osta, e costa un braccio e una gamba. Così per sorvolare la nuova imponente Xiluodu Dam, la diga ad arco sul fiume Jinsha vale a dire il corso superiore del fiume Yangtze in Cina, o un allevamento di pesci nel Mar Cinese orientale, abbiamo utilizzato piccoli elicotteri telecomandati, i droni costruiti a mano, abbastanza forti da sostenere una fotocamera di cinque chili per le riprese con una pellicola ad altissima risoluzione. Siamo stati in grado di catturare immagini incredibilmente dettagliate che parlano da sole, e contribuire a iniziare una conversazione sul futuro dell’acqua: se sei religioso o ateo, ricco o povero, di sinistra o di destra non ha molta importanza, il film Watermark offre lo spunto per discutere su qualcosa che interessa a tutti, il nostro habitat e quello che stiamo facendo al nostro Pianeta».