Videotelefono urge galateo per i cafoni che lo usano

Eurostar Milano-Venezia, carrozza di prima classe, venerdì pomeriggio. Cinquantenne estrae il videotelefono e si riprende mentre comincia a parlare in viva voce con l’amata che, alla sbirciatina, ha l’aspetto di una bionda trentenne: «Ho preso il treno di corsa, cara. E’ stata una giornata pesante… Ma mi vedi bene? Io ti vedo bene: ma come sei bella!». «E tu quanto sei stronzo!». «Stronzo, ma perché, amore mio?». «Stronzo, sì perché, col cazzo che ieri sera ti sei fermato alla cena del convegno di Monza. Adesso giuri…». «Io non giuro mai». «Beh, brutto stronzo, adesso lo fai: giura, che non sei andato fuori con quella mignotta! Lo giuri?». «Ma cara, ma che dici?». «Sei una merda!». «Guarda che disturbiamo gli altri viaggiatori. Forse è meglio se ti chiamo quando arrivo a Padova». «Ma vaffa…!». «Te lo giuro, amore». Clic. Dall’inizio della videotelefonata sono passati 45 minuti, controllati sull’orologio: il treno è già quasi a Brescia. Riposto il videotelefono nella borsa, il cinquantenne torna al vecchio cellulare e chiama, si presume, casa. «Arrivo alle 21, vienimi a prendere». E poi tira fuori un rosario, e comincia a sgranarlo.
Estate. Bordo piscina a Forte Village. Giovanotto in bermuda, pettorali scolpiti, abbronzantissimo. «Aho’, ‘ndovina ‘ndo sto?». «Dove stai, amore?». «Sto qua spaparanzato, c’è ‘n sole…». «Beato te, qui a Roma è coperto. Mi fai vedere com’è?». «Mo’ te faccio vede: questa è la mejo piscina der Village. Mo’ te videochiamo da la spa, poi dar mare. Aho’, perché non te liberi e molli er vecchio a casa e zompi su un aereo pe’ Cagliari? Qua è ‘n paradiso, se sta bbene da morì». «Potrei venire mercoledì, a cena…». «E poi te fermi a dormì… Mo’ me vedi?». L’adone ruota la telecamerina e riprende tutto.
L’aneddottica delle videochiamate è già sterminata. E dà conto di intrusioni assai più massicce del contatto classico tra cellulari: non una, ma due voci, su toni alti e immagini che, volenti o nolenti, incuriosiscono i vicini. Si richiede dunque l’aggiornamento e il rispetto del galateo, ma senza pedanteria: scenette come quelle dell’Eurostar sono degne di un reality show. Il nuovo galateo dovrà fissare con lievità i limiti d’uso in relazione al gradimento del nostro esibizionismo da parte dei terzi, ma dovrà soprattutto avvertire che, contrariamente al telefonino pronubo degli amori clandestini, il videotelefono, per i controlli che consente, è già diventato il presidio della coppia tecnologica: l’Echelon dell’Otello che è in noi.
Fonte: Repubblica

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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