Un recente studio ha dimostrato che in tutto il mondo, le mantidi religiose uccidono e divorano gli uccelli

Gli insetti giganti con un gusto per la carne sembra più fantascienza che narrativa ma quest’orribile fame è più diffusa di quanto, pensiamo, potrebbe accadere nel nostro cortile: non si parla di ragni assetati di sangue o scarafaggi antropomorfi, il riferimento è alle mantidi religiose e alla loro voglia di catturare e mangiare gli uccelli.
Le mantidi che mangiano gli uccelli in natura sono una specie raramente vista dagli esseri umani. Il fenomeno abbastanza curioso ha destato l’interesse di un gruppo di zoologisti della Svizzera e degli Stati Uniti. Sapendo che sono carnivore, i ricercatori hanno esaminato oltre 147 casi, sperando di trovare indizi su questo comportamento. Kenn Kaufman, redattore di campo presso la National Audubon Society ha detto:
«Gli ornitologi più esperti sicuramente hanno sentito parlare di questo comportamento, qualche anno fa una rivista di ornitologia ha pubblicato una foto di una mantide religiosa che mangia un colibrì, scioccando molti lettori».
Le scoperte del gruppo, recentemente pubblicate sulla rivista Wilson Journal of Ornithology, hanno evidenziato che le mantidi religiose mangiano 24 specie di uccelli differenti; quasi il 70 per cento dei casi è stato osservato nel Nord America (in particolare nello Stato di New York, North Carolina, Texas, Arizona e California), dove i piccoli colibrì erano la preda più comune.
Michael Maxwell, ecologista comportamentale presso l’Università Nazionale, coautore dello studio, ha detto:
«I siti come YouTube ha reso più facile il lavoro degli scienziati per osservare video di mantidi religiose che catturano gli uccelli. L’idea di riesaminare la documentazione degli attacchi è dovuta alla volontà di risolvere il dilemma di chi è il predatore e chi è la preda».
Kenn Kaufman in conclusione ha aggiunto:
«Nel corso del secolo scorso, due specie di grandi mantidi religiose (Mantis religiosa) e la cinese Mantis (Tenodera aridifolia sinensis), sono state introdotte in America settentrionale come una forma di controllo dei parassiti. Lo studio ha teorizzato che anche se il loro comportamento è spaventoso, non rappresenta una vera minaccia per la sopravvivenza di qualsiasi specie di colibrì, perché gli attacchi non accadono spesso. E’ un fenomeno interessante ma non una preoccupazione per la conservazione della specie».

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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