Twitter, candidato a ricevere il Premio Nobel per la Pace, i suoi 140 caratteri sono degni di ricevere il prestigioso premio?

Può una rete sociale come Twitter, ricevere la stessa candidatura di una persona che si è particolarmente distinta a livello umanitario per entrare in concorrenza per vincere il Premio Nobel per la Pace? Tra i precedenti vincitori figurano personaggi carismatici come Nelson Mandela, Madre Teresa di Calcutta e il Dalai Lama. Barack Obama è un altro personaggio di spicco che può vincerlo quest’anno.
La candidatura di Twitter è nata quando Mark Pfeifle, ex vice National Security Advisor, argomentando le elezioni in Iran, l’ha suggerita in un’intervista con Fox News.
Web Pro News, ha rilanciato l’idea, raccogliendo il punto di vista di molte persone.
The Christian Science Monitor, sulla candidatura ha scritto:
“Senza Twitter, il popolo iraniano non avrebbe sentito il potere e la fiducia necessaria per difendere la libertà e la democrazia. Hanno fatto così perché hanno saputo che il mondo guardava”.
Al culmine della protesta  (come indicato da Ben Parr, di Mashable), in Iran, in un’ora sono stati inviati più di 221.000 tweets (messaggi da 140 caratteri alla volta inviati attraverso il sito di microblogging).
In un giorno sono stati caricati su YouTube 3.000 video, 2,2 milioni di blog hanno pubblicato notizie sulla protesta.
Mir Hossein Mousavi, candidato alle presidenziali iraniane, ha raccolto più di 100.000 sostenitori su Facebook.
Sulla candidatura di Twitter, senza togliere meriti per aver aggregato nella protesta milioni di persone, se qualcuno è degno di finire sotto i riflettori, questi sono i manifestanti iraniani. Il loro desiderio di essere liberi dall’oppressione è un evento di portata storica, merita di essere sottolineato e ricordato anche con un Premio Nobel per la Pace.

 

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