Trovato un cervello risalente all’età del bronzo, conservato dopo la bollitura nel proprio brodo (foto)

Il cervello è stato trovato in Turchia. Gli archeologi qualche anno fa, in un tumulo hanno scoperto quattro scheletri umani, risalenti a 4.000 anni fa, all’età del bronzo. I ricercatori hanno potuto vedere il cervello attraverso la fessura in un cranio, sembrava essere stato bruciato insieme ai resti scheletrici e altri oggetti di legno. La combustione generalmente è distruttiva, in realtà nel caso del cervello (vedi foto), è il motivo che ha permesso la sua ottima conservazione.
New Scientist ha descritto come il fuoco ha conservato il cervello fino ai nostri giorni:
«Le fiamme avrebbero consumato l’ossigeno tra le macerie e bollito il cervello nei propri fluidi. La conseguente mancanza di umidità e ossigeno nell’ambiente ha aiutato a prevenire la disgregazione del tessuto.
L’aiuto è arrivato anche dalla chimica del suolo presso il sito del ritrovamento. La reazione del potassio, magnesio e alluminio con gli acidi grassi nel tessuto cerebrale molle  ha formato  una sostanza saponata chiamata adipocera (conosciuta anche come cera cadavere) hanno permesso la conservazione del cervello. Le stesse qualità del terreno argilloso come nella vicina città di Kütahya ha reso la zona nella Turchia ottomana come uno dei più famosi centri di produzione di piastrelle e ceramica.
L’articolo pubblicato su HOMO-Journal of Comparative Human Biology riporta che anche il boro, un tempo utilizzato per conservare le mummie, è stato trovato nel terreno circostante, ha trasformato il cervello in qualcosa di simile alla ceramica umana, una specie di “bioporcellana”.
Il cervello dell’età del bronzo trovato in Turchia è davvero eccezionale per l’archeologia, apre nuove opportunità per lo studio dei tumori antichi, emorragie, e anche la storia di disturbi neurologici.

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