Svolta rivoluzionaria nel trattamento dell’epilessia che non può essere controllata dai farmaci

I ricercatori dell’UCL Queen Square Institute of Neurology hanno scoperto nelle persone con epilessia, una rete di connessioni nel cervello legate alle convulsioni.
Il team di ricercatori ritiene che i risultati ottenuti, pubblicati nella rivista Brain, contribuiranno a ridisegnare le operazioni neurologiche per i pazienti la cui epilessia non può essere controllata dai farmaci. Scollegando alcuni percorsi nel lobo frontale, i pazienti potrebbero essere in grado di beneficiare di una libertà prolungata dalle crisi epilettiche.
Lo studio ha evidenziato che ci sono 500.000 persone nel Regno Unito con l’epilessia e 50 milioni di persone hanno la condizione in tutto il mondo, ma uno su tre non riesce a controllare la propria epilessia con i farmaci.
La neurochirurgia può essere curativa per quei pazienti dove la fonte di epilessia può essere individuata. Tuttavia, attualmente, solo circa il 30% dei pazienti rimane privo di convulsioni a lungo termine nel lobo frontale.
Il team di ricercatori ha analizzato la risonanza magnetica di 47 pazienti che anni prima, per l’epilessia, avevano ricevuto un intervento chirurgico ai loro lobi frontali. Hanno scoperto che i pazienti sono rimasti liberi da crisi più a lungo quando sono state scollegate le vie nervose nel cervello che collegano il lobo frontale alle strutture cerebrali profonde (talamo e striato, responsabili della trasmissione dei segnali sensoriali e motori, del controllo motorio, delle emozioni e della ricompensa), con l’88% dei pazienti liberi da crisi dopo tre anni e l’80% libero da crisi a cinque anni, rispetto ai risultati tipici della neurochirurgia per il trattamento dell’epilessia (30%) nel lobo frontale.
Il team di ricercatori oltre a prevenire il ripetersi di crisi epilettiche future, hanno scoperto che il taglio delle connessioni non ha avuto effetti negativi sul linguaggio o sulle funzioni esecutive.
Davide Giampiccolo neurochirurgo presso UCL Queen Square Institute of Neurology e Cleveland Clinic London, autore principale dello studio ha dichiarato:
«La neurochirurgia può essere molto efficace per le persone con epilessia non controllata dai farmaci. Tuttavia, in alcuni pazienti le crisi si ripresentano anni dopo l’intervento, e finora non era chiaro perché questo accadesse. Ora pensiamo che questo possa essere legato alle connessioni nel cervello che formano una rete che dà origine alle crisi epilettiche. Se ciò è vero, scollegare questa rete del lobo frontale con un intervento chirurgico, potrebbe prevenire il ripetersi delle crisi epilettiche a distanza di anni. Ciò permetterà di riprogettare gli interventi neurochirurgici e di personalizzare le operazioni per ogni paziente, assicurando che vengano tagliate le giuste connessioni. Speriamo che porti a un grande miglioramento dei risultati a lungo termine della chirurgia dell’epilessia».
Tom Shillito, responsabile del miglioramento della salute e della ricerca di Epilepsy Action (ente di beneficenza britannico che fornisce informazioni, consigli e supporto alle persone con epilessia) ha dichiarato:
«La neurochirurgia può essere un trattamento davvero efficace per le molte persone che devono affrontare le sfide dell’epilessia non controllata, queste possono avere un impatto enorme e spesso debilitante su molti aspetti della vita, dall’istruzione al lavoro. Tuttavia, poiché solo un piccolo numero di persone rimane libero da crisi epilettiche a lungo termine dopo un intervento al cervello, la decisione di sottoporsi a questa operazione invasiva può essere particolarmente difficile da prendere. È entusiasmante che queste nuove scoperte abbiano dato risultati migliori nel liberare le persone dalle crisi a lungo termine, questo è uno sviluppo promettente per le persone con epilessia resistente ai farmaci. Ci auguriamo che questo possa contribuire a mettere in grado un numero ancora maggiore di persone affette da epilessia di prendere decisioni più informate e sicure sul loro futuro trattamento. Siamo ansiosi di vedere come si svilupperà questo trattamento, nella speranza di dare alle persone affette da epilessia una maggiore speranza di ottenere una maggiore libertà dalle crisi».

Lo studio è stato finanziato dal National Institute for Health and Care Research (NIHR), dall’UCLH/UCL Biomedical Research Centre (BRC) e da Wellcome.

Limitazioni dello studio
Tutti i 47 pazienti coinvolti nello studio avevano un’epilessia dovuta a lesioni nel lobo frontale. L’epilessia dovuta a lesioni in altre aree cerebrali può avere un impatto diverso sulla riorganizzazione cerebrale. Sono stati esaminati gli effetti di questo intervento sul linguaggio e sulle funzioni esecutive, ma l’impatto su altre funzioni cerebrali, come l’umore o le emozioni, resta da verificare. È inoltre necessario confermare i risultati in una coorte più ampia.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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