Stephen Hawking sostiene il diritto al suicidio assistito

Stephen Hawking sostiene il diritto per le persone che sono malati terminali di scegliere di terminare la propria vita e di ricevere aiuto a farlo fintanto che siano tutelate.
Stephen Hawking lo scienziato astrofisico più famoso del mondo, dall’età di ventuno anni vive su una sedia a rotelle dopo che gli è stata diagnosticata la malattia dei motoneuroni. Ora ha settantuno anni, è uno degli scienziati più importanti del mondo, conosciuto soprattutto per il suo lavoro sui buchi neri e come autore del bestseller internazionale “Breve storia del tempo”.
Stephen Hawking alla BBC in occasione della presentazione di “Hawking” un documentario sulla sua vita in visione dal venti settembre 2013, ha detto:
«Sostengo il diritto a morire solo se l’interessato sceglie questa strada. Io dopo una polmonite sono stato collegato a una macchina di supporto vitale, a mia moglie è stata data la possibilità di spegnere la macchina, lei non ha voluto.
Le persone che soffrono di una malattia terminale e sono in grande dolore, dovrebbero avere il diritto di scegliere di terminare la loro vita, coloro che li aiutano devono essere liberi da procedimenti giudiziari.
Ci devono essere garanzie che realmente l’interessato vuole porre fine alla propria vita, non deve essere stato spinto a farlo, deve essere aiutato con il suo consenso».
Il suicidio assistito è illegale in Gran Bretagna, la questione è dibattuta in molti paesi. I sostenitori del diritto a morire dicono che le persone che sono in grado di prendere la decisione dovrebbe avere il permesso di morire con dignità.
Gli oppositori dicono che la liberalizzazione della legge potrebbe lasciare le persone vulnerabili a rischio.
La Svizzera e alcuni Stati in America sono tra i luoghi in cui le forme di eutanasia o di suicidio assistito in determinate circostanze sono legali.
Stephen Hawking che ha fatto alcune apparizioni in show televisivi come I Simpson e Star Trek, ha detto che la sua mente attiva e il senso dell’umorismo sono la chiave per la sua sopravvivenza. Comunica tramite un muscolo della sua guancia collegato a un sensore e sistema vocale computerizzato. Ha esortato chiunque con una disabilità di concentrarsi su ciò che possono fare e non rimpiangere ciò che non possono fare.
Lo scienziato, che lavora presso l’Università di Cambridge, ha detto: «La fisica teorica è un campo in cui essere handicappati, non è un handicap. E’ tutto nella mente».

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