Spina dorsale bionica potrebbe consentire ai pazienti paralizzati di camminare con la forza del pensiero (video)

Scienziati australiani sperano che un piccolo dispositivo chiamato stentrode di appena tre centimetri di lunghezza e un paio di millimetri di larghezza consentirà ai pazienti paralizzati di camminare di nuovo, consentendo loro di controllare gli arti bionici con la forza del pensiero inconscio.
Il nuovo dispositivo, soprannominato “spina dorsale bionica”, ha la dimensione di una piccola graffetta, il prossimo anno sarà impiantato in tre pazienti presso l’ospedale Royal Melbourne nel Victoria. I partecipanti saranno selezionati dall’unità midollo spinale di Austin, saranno i primi esseri umani a sperimentare il dispositivo che finora è stato testato solo nelle pecore.
I medici praticheranno un piccolo taglio nel collo del paziente per inserire nella vena giugulare nel collo un catetere contenente lo stentrode per spingerlo sopra la corteccia cerebrale, la parte da cui partono gli impulsi nervosi che attivano i movimenti dei muscoli volontari. Il catetere sarà rimosso, lasciando la spina dorsale bionica.
L’esterno dello stentrode ha 12 elettrodi per registrare e raccogliere l’attività elettrica di neuroni nella corteccia motoria del paziente prima di tradurre l’attività in comandi, questi sono attivati tramite 12 fili a un trasmettitore impiantato sotto la pelle sul petto. Il trasmettitore invia quindi i comandi in modalità wireless a un esoscheletro o una sedia a rotelle.

Video spina dorsale bionica
Il procedimento e il dispositivo sono stati sviluppati da ricercatori del Royal Hospital di Melbourne, l’Università di Melbourne e l’Istituto Florey di Neuroscienza e Salute Mentale di Melbourne, sono dettagliati in un documento pubblicato sulla rivista Nature Biotechnology.
Il dottor Nicholas Opie, ingegnere biomedico presso l’Università di Melbourne, ha descritto l’intervento:
«L’intervento di un paio d’ore è semplice, è una procedura che il personale del Royal Melbourne comunemente pratica per rimuovere i coaguli di sangue, la differenza con il nostro dispositivo è che dobbiamo inserirlo e lasciarlo in posizione».
La ricerca è stata finanziata dal National Australia Salute e Medical Research Council e il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, che ha interesse a riabilitare i soldati feriti.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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