Sono stato a Shangha…

Sono stato a Shanghai, invitato da Chen Yuangao, responsabile cinese al traffico. Mi ha invitato, in qualità di esperto, per risolvere sul posto, problemi di viabilità nelle grandi città cinesi. Quando sono giunto a Shanghai, immaginavo di trovare i soliti problemi di traffico, causati prevalentemente dalle automobili. Ero convinto di risolvere la situazione in pochissimi giorni, contando sulla mia esperienza professionale, collaudata in centinaia di città europee ed extraeuropee.
Purtroppo la realtà che ho trovato a Shanghai, mi ha costretto ad escogitare altre soluzioni per risolvere il problema del traffico. Con la mia "potente" strumentazione ho rilevato che il mezzo di locomozione più usato a Shanghai, non è la macchina, ma è la bicicletta. Facendo un semplice ragionamento di centinaia di assessori al traffico di comuni città italiane, ho pensato che gli assessori, si sarebbero concentrati sulla "causa" e avrebbero fatto di tutto per "combattere" la bicicletta, e in questo modo, dare via libera solo alla circolazione delle automobili e snellire in questo modo la viabilità.
Incentivato dal dirigente Chen Yuangao e sostenuto via telematica dai suddetti assessori al traffico delle città italiane, ho detto che avevo bisogno di qualche giorno per fare delle opporture rilevazioni, per produrre adeguata documentazione a giustificazione del divieto che doveva essere impartito dalle autorità cinesi, per bloccare la circolazione alle biciclette.
Dopo qualche giorno, con la mia "centralina portatile" [una mia invenzione, nata in loco], che ha incorporato un rilevatore computerizzato di agenti inquinanti, sono andato in giro per la città. Sono riuscito a monitorare gli effetti di quanto avevo escogitato per far produrre uno sforzo notevole ai cinesi, amanti delle ecologiche biciclette e causare in questo modo l’innalzamento eccessivo di anidride carbonica, valore determinante per impedire o meno l’uso delle biciclette, causa principale di problemi di traffico.
Impartite le dovute istruzioni, nottetempo, avevo fatto modificare il profilo stradale della più importante arteria di comunicazione di Shanghai, percorsa in bicicletta, da circa 9 milioni di cinesi. Dove il giorno prima era possibile percorrere una strada pianeggiante, ai cinesi in bicicletta, ho fatto trovare una bella salita "spezzagambe" e alla sommità della stessa, ho atteso cinicamente il loro passaggio ansimante [in verità poche migliaia di cinesi erano riusciti a percorrere tutta la salita], per monitorarli a "campione", e prelevare nella fase di espirazione, con la mia "centralina portatile", un’abnorme emissione di anidride carbonica.
Era questo il dato inconfutabile che mi serviva per consegnarlo alle autorità cinesi e metterli in questo modo, in condizione di giustificare il loro "assurdo" provvedimento di blocco alla circolazione delle biciclette.
Prima di ritornare in Italia, ho ricevuto i complimenti anche dallo scettico Chen Yuangao, a cui avevo anticipato che "infierire" sui ciclisti, sarebbe stato il modo migliore per raggiungere in un solo colpo due obiettivi: migliorare la viabilità e abbassare notevolmente l’emissione di anidride carbonica. Vi pare poco?