Shunga al British Museum: il sesso e il piacere dell’arte giapponese (foto)

Giovedi scorso, mi sono fermato al British Museum per vedere Shunga: il sesso e il piacere dell’arte giapponese. Ho pensato che sarebbe stata una buona giornata per una visita tranquilla. Sbagliato! Il tipo di folla era quello in cui si deve allungare il collo in direzioni innaturali per leggere le descrizioni delle opere e attendere pazientemente dietro a diverse persone prima di poter effettivamente avvicinare una stampa. Finalmente dopo essere stato di fronte alla prima opera e averla vista per bene, mi accingevo a spostarmi per andare a vedere un’altra stampa, non sono riuscito a girarmi, sono rimasto bloccato dalle persone in coda in attesa dietro di me. E no, non c’è stato nulla da fare, per non perdere il loro posto in fila, non si sono spostate di un millimetro.
La mia visita al British Museum richiede un altro tentativo per vedere al meglio le opere senza tanta calca (martedì mattina appena apriranno le porte? Oppure all’ora di pranzo?).

Shunga l’immagine della primavera vestita di sesso
Shunga l’arte erotica giapponese è fiorito tra il 1600 e il 1900. Shunga (è un termine giapponese che letteralmente significa “immagini della primavera”, dove la primavera è un eufemismo per indicare il sesso), sono dipinti erotici, stampe e libri che sono stati utilizzati per stimolare le persone e per l’educazione dei giovani amanti. Non fraintendetemi: questa era l’arte, non è quello che oggi avremmo chiamato “pornografia”.
I dipinti erotici in realtà sono stati considerati come un regalo adatto per le spose alla vigilia del loro matrimonio o per i visitatori stranieri.


Shunga, clicca l’immagine sopra  per vedere le stampe erotiche dei maestri Utamaro, Kuniyoshi, Kunisada I / II, Eisen & Utagawa (poi cliccare sul link additional image per ingrandirle).

Shunga non influenzato da inibiti atteggiamenti sessuali del cristianesimo o l’islam, si presenta come un mondo fantastico di gioia sessuale goduto da entrambi i sessi. Il senso del peccato non trova collocazione in Shunga. Il piacere femminile, la tenerezza e la bellezza, sì.
Il genere erotico è continuato a fiorire anche quando è stato ufficialmente vietato, molte opere sono state prodotte da alcuni degli artisti più illustri del paese (clicca l’immagine sopra).
Il declino di Shunga alla fine del 19° secolo è attribuito all’arrivo di cultura e tecnologie occidentali, in particolare, l’importazione di tecniche di fotoriproduzione: Shunga come potrebbe competere con la fotografia erotica? L’influenza di Shunga in Giappone, invece, è ancora visibile nel manga, anime, arte del tatuaggio e altre forme culturali popolari.
La mostra al British Museum dal 3 ottobre 2013 al 5 gennaio 2014 getta nuova luce su questa forma d’arte tabù all’interno della storia sociale e culturale giapponese.

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