Scoperto nuovo trattamento per l’influenza potenzialmente protegge contro qualsiasi ceppo di virus influenzale

Gli scienziati hanno sviluppato un nuovo trattamento dell’influenza che credono, ha il potenziale per proteggere contro qualsiasi ceppo di virus influenzale. Lo studio è stato condotto da scienziati presso l’Università di St Andrews, in Scozia, ed è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of National Academy of Sciences degli Stati Uniti d’America.
L’influenza ogni anno colpisce a livello globale, il virus influenzale può infettare chiunque anche se bambini, adulti oltre i sessantacinque anni e quelli con condizioni mediche pre-esistenti sono particolarmente a rischio di sviluppare complicanze a causa di un’infezione.
Le epidemie annuali secondo l’OMS causano tra i 3-5 milioni di casi di grave malattia con circa 250.000 – 500.000 vittime. L’emergere di ceppi di origine aviaria è anche di particolare preoccupazione a causa della loro potenziale capacità di causare pandemie.
Sebbene esistano alcuni trattamenti antivirali per l’influenza, come il Tamiflu, questi sono limitati nella loro efficacia a causa di un alto tasso di mutevolezza d’influenza, recenti studi hanno suggerito che essi possono essere uno spreco di denaro.
Prevenire è meglio che curare, ma i vaccini richiedono molto tempo per essere sviluppati dopo la comparsa di nuovi ceppi. Vi è stata quindi una necessità di sviluppare nuovi approcci per affrontare l’influenza in grado di combattere non solo contro l’influenza stagionale, ma anche emergenti ceppi influenzali provenienti da fonti animali.

Studio per il nuovo trattamento del virus influenzale
I virus influenzali si legano ai recettori presenti sulle cellule all’interno del tratto respiratorio che possiedono una molecola di zucchero chiamata acido sialico. I ricercatori per sfruttare questa condizione, hanno sviluppato le “molecole di carboidrati legame” che erano specifiche per l’acido sialico, chiamati farmaci biologici: di fatto, hanno bloccato i recettori dell’influenza, impedendo al virus di entrare nella cellula per avviare la replica.
La scoperta è piuttosto impressionante, i topi sono stati protetti da dosi letali della pandemia del virus influenzale H1N1 quando sette giorni prima della sfida con il virus, hanno ricevuto una singola dose intranasale di trattamento. Interessante è che il basso livello di riproduzione virale, che era ancora in grado di verificarsi in questi topi è stato sufficiente a generare una risposta immunitaria. Ciò suggerisce che i topi possono essere protetti da futura esposizione allo stesso virus.
I farmaci biologici inoltre apparivano stimolare una risposta infiammatoria, che potrebbe essere un fattore che contribuisce alla loro efficacia. Inoltre, questo nuovo trattamento può essere efficace nel prevenire altri patogeni respiratori che utilizzano i recettori di acido sialico per immissione di cella, anche se questo ancora non è stato testato.
Il professor Taylor, ricercatore principale dello studio, ha detto:
«Crediamo che il nostro approccio abbia il potenziale per essere usato come prevenzione contro qualsiasi virus attuale e nuovo che emerge, come ad esempio H5N, H7N9 e la recentissima H10N8».

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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